Italia

Incidenti sul lavoro, uno stillicidio quotidiano

“A poche ore dal tragico incidente accaduto a Barletta e, proprio alla luce delle gravi tragedie verificatesi negli ultimi tempi e allo stillicidio quotidiano di morti ‘solitari’ e sconosciuti perché non rappresentano una notizia, vogliamo oggi unirci in un corale ‘Basta al lavoro insicuro: queste morti sono simbolo di un lavoro che non vogliamo!’”. Così l’Anmil (associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro), celebra oggi la 61ª edizione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. I dati complessivi forniti dall’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione sul lavoro) sull’andamento infortunistico nel 2010, dicono che “è proseguito il lieve calo del fenomeno, con 775.374 incidenti, di cui ben 980 mortali, con la triste media di tre morti sul lavoro ogni giorno. Numeri ai quali si aggiungono quelli relativi alle malattie professionali, con un aumento delle denunce di ben il 22% rispetto all’anno precedente. Un andamento che i dati provvisori relativi ai primi sei mesi di quest’anno sembrano confermare, ma con una sostanziale stabilità dei casi mortali che aumenta la nostra preoccupazione”.

Una strage quotidiana e silenziosa. Alla luce di questi dati, ha spiegato il presidente dell’Anmil Franco Bettoni, intervenendo alla Cerimonia in Campidoglio, “ci dobbiamo chiedere, comunque, se stiamo facendo abbastanza, e noi sappiamo che in questi anni si è fatto molto di più che in passato, dal momento che sembra ancora mancare nel nostro Paese una solida cultura della sicurezza che scongiuri le tante tragedie di cui abbiamo notizia ogni giorno, spesso evitabili e che vediamo ripetersi una dietro l’altra con le stesse dinamiche e le stesse cause. Qualcosa che sfugge al controllo, aziende con mezzi di protezione inadeguati, lavoratori non sufficientemente formati: elementi di una strage quotidiana e silenziosa che solo occasionalmente affiora sulla prima pagina dei giornali”.

La piena dignità del lavoro. Questa giornata, ha detto Bettoni, vuole “innanzitutto rinnovare un appello che l’Anmil non smetterà mai di lanciare, perché la sicurezza sul lavoro diventi un valore condiviso, una ricchezza del nostro Paese e delle nostre aziende, una garanzia per i nostri lavoratori e per le loro famiglie. Un obiettivo raggiungibile con uno sforzo che deve essere prima di tutto culturale, attraverso l’educazione delle nuove generazioni, la formazione continua alla prevenzione attraverso la scuola e il lavoro, l’informazione chiara sui costi, non solo umani ma anche sociali, dell’insicurezza. E poi, certamente, i controlli, la vigilanza attenta delle Istituzioni sulle situazioni di irregolarità e l’attenzione della collettività, chiamata anch’essa a riflettere e maturare al suo interno sensibilità per un fenomeno che a molti potrà sembrare lontano dalla propria quotidianità, confinato in ambienti con cui non si verrà mai in contatto, ma che come nessun altro ci riguarda tutti come ‘popolo’, unito dal diritto di esprimere attraverso il lavoro la sua piena dignità”.

La salvaguardia della vita umana. Mons. Mariano Crociata, sottosegretario generale della Cei, in una lettera al presidente dell’Anmil, ha voluto esprimere all’Associazione la piena condivisione della Conferenza episcopale italiana “sulla necessità di un’opera educativa orientata a trasmettere valori positivi in ordine all’annoso problema della sicurezza e alla salvaguardia della vita umana con ogni mezzo e in ogni situazione nella quale essa possa essere messa in pericolo”. Del resto, ha proseguito mons. Crociata, “l’impegno per la tutela della vita è tra le priorità dell’azione pastorale e del magistero della Chiesa”. Gli infortuni sul lavoro costituiscono un fenomeno “sempre inaccettabile”. È la convinzione di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, che inviando i propri saluti per la giornata ha sottolineato l’urgenza di “assicurare la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori”.