Italia

Istat, calano gli immigrati e aumentano gli emigrati

Sono questi i principali risultati che l’Istituto nazionale di statistica diffonde oggi nel suo rapporto «Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente – Anno 2012». I flussi migratori con l’estero sono per l’Italia il fattore principale di crescita della popolazione residente, tenuto conto del calo delle nascite. Infatti, negli ultimi 20 anni l’ingresso dei cittadini stranieri ha costantemente prodotto un saldo migratorio positivo con l’estero modificando la struttura demografica del Paese, ricorda l’Istat, tanto che al 31 dicembre 2012, gli stranieri costituiscono il 7,4% della popolazione residente. Le comunità più numerose tra gli immigrati sono quella rumena, con quasi 82 mila ingressi, seguono la cinese e marocchina (circa 20 mila ognuna), poi la albanese (14 mila). Una forte contrazione degli ingressi si registra anche per altre cittadinanze, al primo posto il calo delle iscrizioni tra i cittadini moldavi (-41%), cui seguono ucraini (-36%), peruviani (-35%) ed ecuadoriani.

Il saldo migratorio netto con l’estero (immigrati meno emigrati) è pari a 245mila unità nel 2012, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-19,4%), il valore più basso registrato dal 2007. Gli emigrati italiani sono 68mila, il numero più alto degli ultimi dieci anni: 35,8% in più rispetto al 2011. Questo incremento, insieme alla contrazione degli ingressi (duemila, -6,4% sul 2011) ha prodotto nel 2012 un saldo migratorio negativo per gli italiani pari a -39mila, più che raddoppiato se confrontato con quello del 2011. Gli italiani che lasciano il paese sono diretti soprattutto verso i paesi dell’Europa occidentale. Germania (oltre 10mila emigrati), Svizzera (8mila),Regno Unito (7mila) e Francia (7mila) sono infatti le quattro destinazioni che, assieme, accolgono quasi la metà dei flussi in uscita. Tra gli italiani che lasciano il Paese, il 25% degli over 24 è laureato ed è diretto verso la Germania. Più nel dettaglio, comunica ancora l’Istat, le principali mete di destinazione dei laureati sono la Germania (1.900 individui), il Regno Unito (1.800), la Svizzera (1.700) e la Francia (1.300). Altri paesi scelti dai laureati italiani fuori dell’Europa sono gli Stati Uniti (1.100 emigrati) e il Brasile (700). È in possesso di una laurea quasi un italiano su tre che emigra verso gli Stati Uniti (32,2%), il Brasile (31,6%) e il Regno Unito (30,7%).

Gli spostamenti di residenza avvengono anche all’interno del Paese, segnala l’Istat, e i cittadini stranieri sono i più propensi alla mobilità interna, per un totale di 279mila unità. In termini relativi, i cittadini rumeni sono quelli che si spostano maggiormente. Su complessivi 381mila trasferimenti tra le regioni, oltre la metà interessa una regione di destinazione del Nord (192mila unità pari al 50,3% del totale), il 24,4% una regione di destinazione del Centro (93mila) e il 25,3% una del Mezzogiorno (96mila unità). Dal Mezzogiorno parte, invece, il 41,3% dei flussi interregionali (157mila unità) contro il 40,1% dal Nord (153mila) e il 18,6% dal Centro (71mila). La direttrice Mezzogiorno/Centro-nord si conferma prevalente: il Mezzogiorno è sempre la ripartizione meno attrattiva, con oltre 131mila partenze verso il Centro-nord (34,5% del totale dei movimenti interregionali). Se si guarda il bilancio tra ingressi e uscite, il Nord è l’unica ripartizione con vantaggio numerico rispetto alle altre, incrementa infatti la popolazione di oltre 39mila unità (di cui 22mila il Nord-ovest, e 17mila il Nord-est). Il Mezzogiorno, è ancora interessato da flussi in uscita superiori a quelli in entrata, registrando un saldo negativo di oltre 61mila unità verso le restanti ripartizioni, tra cui 22mila in favore del Centro.