Italia

Istat, prosegue il calo della popolazione in Italia. I residenti a fine 2018 erano 60.359.546. Stranieri all’8,7%

Prosegue anche nel 2018 la diminuzione della popolazione residente già riscontrata nei tre anni precedenti. Al 31 dicembre risiedevano in Italia 60.359.546 persone, di cui 5.255.503 di cittadinanza straniera, pari all’8,7% dei residenti a livello nazionale (tra il 10,8% e l’11,1% nel Centro-nord, 4,6% nel Sud, 3,9% nelle Isole). È quanto certifica oggi l’Istat, diffondendo i dati del «Bilancio demografico nazionale». Nel 2017 la popolazione in Italia è diminuita di 124.427 unità rispetto all’anno precedente. «Il calo – spiega l’Istituto nazionale di statistica – è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende al 31 dicembre 2018 a 55 milioni 104mila unità, 235mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%). Rispetto alla stessa data del 2014 la perdita di cittadini italiani (residenti in Italia) è pari alla scomparsa di una città grande come Palermo (-677mila)». L’Istat sottolinea poi che negli ultimi quattro anni i nuovi cittadini per acquisizione della cittadinanza sono stati oltre 638mila. Senza questo apporto, il calo degli italiani sarebbe stato intorno a 1 milione e 300mila unità.

Confermato anche il continuo calo delle nascite in atto dal 2008. Già a partire dal 2015 il numero di nascite è sceso sotto il mezzo milione e nel 2018 si registra un nuovo record negativo: sono stati iscritti in anagrafe per nascita solo 439.747 bambini, il minimo storico dall’Unità d’Italia. Rispetto al 2017, si è registrata una diminuzione di oltre 18mila unità (-4,0%). «La diminuzione delle nascite nel nostro Paese – precisa l’Istat – si deve principalmente a fattori strutturali. Infatti, si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri dovuta, da un lato, all’uscita dall’età riproduttiva delle generazioni molto numerose nate all’epoca del baby-boom, dall’altro, all’ingresso di contingenti meno numerosi a causa della prolungata diminuzione delle nascite osservata a partire dalla metà degli anni Settanta. L’incremento delle nascite registrato fino al 2008 è dovuto principalmente alle donne straniere».

I decessi, invece, si assestano sulle 633mila unità in linea con il trend di aumento registrato a partire dal 2012, ma in calo rispetto al 2017 (-15 mila).

Il movimento migratorio tra Italia ed estero ha fatto registrare nel 2018 un saldo positivo di 175mila unità, in diminuzione rispetto all’anno precedente. Le iscrizioni in anagrafe dall’estero si sono ridotte da quasi 500mila del 2008 a 332mila del 2018 mentre le cancellazioni dall’anagrafe per l’estero sono aumentate in maniera marcata, passando da 80mila a 157 mila nel decennio, con un aumento di 2mila unità rispetto al 2017.

Stando ai dati diffusi, il numero di cittadini stranieri che lasciano il nostro Paese è in lieve flessione (-0,8%) mentre è in aumento l’emigrazione di cittadini italiani (+1,9%). Tra questi è consistente il numero di italiani nati all’estero. I saldi migratori per l’estero mostrano un bilancio negativo per gli italiani (-70mila) e positivo per gli stranieri (+245mila).

«Prosegue – spiega l’Istat – la diminuzione del numero di acquisizioni di cittadinanza già osservata a partire dal 2017, dopo il trend di forte crescita degli anni immediatamente precedenti. I cittadini divenuti italiani per acquisizione della cittadinanza nel 2018 sono meno di 113mila, 22 ogni mille stranieri, il 23% in meno rispetto al 2017». Al 1° gennaio 2018 gli italiani per acquisizione di cittadinanza sono in totale oltre 1 milione e 340mila nella popolazione residente; nel 56,3% dei casi si tratta di donne. Sommando questa popolazione a quella dei cittadini stranieri si ottiene un contingente di quasi 6,5 milioni di cittadini stranieri o di origine straniera.

Grazie a questa presenza l’Italia si conferma un Paese multietnico, potendo contare su quasi 50 nazionalità differenti con almeno 10mila residenti. Al 31 dicembre 2018 le differenti cittadinanze presenti in Italia sono 196. Le cinque più numerose sono quella romena (1 milione 207mila), albanese (441mila), marocchina (423mila), cinese (300mila) e ucraina (239mila), che da sole rappresentano quasi il 50% del totale degli stranieri residenti, confermando la graduatoria del 2017.

Per quanto riguarda i trasferimenti di residenza interni, nel 2018 hanno coinvolto più di 1 milione e 350mila persone (più stranieri che italiani), in linea con il dato del 2017. Secondo un modello ormai consolidato, gli spostamenti di popolazione avvengono prevalentemente dalle Regioni del Mezzogiorno verso quelle del Nord e del Centro.