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Italia-Santa Sede: card. Parolin, «disoccupazione, giovani, migrazioni» tra i temi affrontati

A riferirlo ai giornalisti, a margine dell’incontro, è stato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, parlando di un’atmosfera «molto distesa». «Abbiamo potuto affrontare – ha reso noto – molti dei temi che stanno a cuore all’Italia e alla Santa Sede». «C’è stata preoccupazione e attenzione – ha aggiunto – alle emergenze sociali».

Nell’incontro, ha spiegato il card. Parolin, «si è parlato anche di Europa, in vista delle celebrazioni per i 60 anni del Trattato di Roma». «Bisogna ripensare il progetto di Europa, ripensarlo e rilanciarlo», ha specificato. «Ci sono tanti problemi, tensioni, difficoltà – ha aggiunto – ma possono diventare un kairos, un momento opportuno per riflettere e impostare su basi nuove la politica». Quanto al clima generale dell’incontro, Parolin ha parlato di «sintonia» tra l’Italia e la Santa Sede: «Il clima era adatto anche per esprimere preoccupazioni e punti di vista diversi».

Interpellato dai giornalisti il Segretario di Stato vaticano ha parlato di preoccupazione «per i populismi». «La chiusura non è mai una buona politica – ha osservato – e quindi l’incapacità di accogliere e integrare può essere pericolosa. La storia ce lo insegna. Cerchiamo almeno che la storia non si ripeta nei suoi aspetti più negativi».

Sul fine-vita, ha detto ancora Parolin, «la preoccupazione è per la riduzione della problematica al problema dell’autodeterminazione del paziente». «C’è bisogno di maggiore spazio per il dialogo tra medico e paziente», ha ammonito il porporato. Interpellato dai giornalisti su un possibile incontro tra il presidente americano Donald Trump e il Papa, Parolin ha risposto: «Ho visto che la stampa ne ha parlato, anche un consigliere di Trump ne ha parlato. Non ho alcun elemento per dire se ci sarà o no». Durante il vertice, infine, si è parlato anche dei cristiani in Medio Oriente, «una minoranza», ha detto Parolin, del «massiccio ritorno dei profughi» e del «riconoscimento dei cristiani come cittadini, senza distinzioni».