Italia

Ius soli: Di Tora (Cei), «hanno il diritto di sentirsi cittadini italiani. Non c’è invasione religiosa»

Al momento riguarda 1 milione di bambini e giovani, figli di persone già regolarmente residenti nel Paese. «In altre nazioni europee è già stato fatto – afferma mons. Di Tora -. Sono persone che già abitano stabilmente nella nostra società». «Purtroppo la discussione è stata estremizzata, è diventata motivo di contrasto – osserva -. Siamo vicino al ballottaggio politico quindi anche questa realtà assume una valenza politica sia per i partiti di sinistra, sia per quelli di destra». Il fenomeno delle migrazioni, prosegue «non è transitorio» ma «è una realtà epocale con la quale ci dobbiamo misurare: è impensabile voler alzare dei muri, fermare le migrazioni attraverso barriere esterne, fili spinati».

È un fenomeno che «va governato» ricordando che «oggi l’Italia ha bisogno di tanta novità» perché «c’è una forte denatalità» e «i migranti vengono a supplire il vuoto demografico di domani», inoltre ci sono «tipi di lavoro che gli italiani non vogliono più fare, come la pastorizia o l’artigianato o il lavoro nelle fonderie e nelle concerie». «È una realtà nuova di fronte alla quale non si possono chiudere gli occhi e dire: ‘Ce ne stiamo per conto nostro’. Questo vorrebbe dire diventare una nazione che tra 50 anni non avrà più nulla», sottolinea: «Dobbiamo renderci conto che dall’insieme di tante popolazioni diverse può nascere davvero un mondo nuovo». Riguardo al timore di fenomeni di radicalizzazione o dell’islamizzazione del Paese afferma: «Dipende da noi tenere fede alla nostra realtà, alla nostra religione, ai nostri valori fondamentali. È chiaro che chi viene deve accettare le regole della nostra società. C’è il rispetto dei loro valori ma devono anche accettare i nostri. Ora tutta questa invasione religiosa non c’è. Il pericolo terrorismo è stato in Francia, Germania, Inghilterra, dove si erano creati dei luoghi che sono diventati dei ghetti chiusi. L’integrazione diventa perciò importante per non correre questo pericolo».