Italia

Ius soli: card. Montenegro (Caritas), «classe politica che urla non cerca bene comune»

«Mi chiedo se problemi così importanti debbano essere affrontati in questo modo in Parlamento – ha affermato -. Sarebbe assurdo se in futuro dovessimo mettere le corde del ring e poi chi la spunta la vince. È un argomento molto importante in cui decidiamo il nostro futuro. Sapersi sedere intorno ad un tavolo è importante».  Il punto non è dover «pensare tutti alla stessa maniera – ha precisato il card. Montenegro – ma avere l’umiltà di mettere sul campo le nostre idee, confrontarle e scegliere ciò che conta». «Una classe politica che urla – ha sottolineato – non è il modo migliore per dimostrare che sta cercando il bene comune. Se un partito, un gruppo di uomini, pensa che il suo pensiero possa diventare legge per gli altri, non è che dovremo arrivare al far west per vedere chi resta in piedi e chi rimane steso… Questo mi preoccupa».

Rispondendo a margine alle domande dei giornalisti il card. Montenegro ha anche criticato l’astensionismo di alcuni partiti in merito: «Diventare spettatori quando c’è una realtà da cambiare non è la posizione migliore. Bisogna dire sì o no dando le dovute motivazioni». A chi accusa la Chiesa di aiutare prima i migranti e poi gli italiani o che «guadagna» con l’immigrazione ha risposto: «Non c’è chi viene aiutato prima e chi dopo, aiutiamo tutti. Il problema grosso non è l’immigrazione ma l’ingiustizia. Noi non stiamo guadagnando niente, stiamo già facendo accoglienza da tempo, non abbiamo sovvenzioni o premi di produzione. Se poi si dice che gli immigrati prendono 45 euro al giorno invece che 2 euro al giorno, perché non ci chiediamo chi prende gli altri 43 euro? Se le migrazioni dovessero fermarsi anche tanti italiani perderebbero il lavoro».