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LAVAVETRI A FIRENZE, CARITAS DIOCESANA: CONIUGARE FERMEZZA E SOLIDARIETA’

“La gestione dell’immigrazione deve trovare un equilibrio tra le ragioni dell’accoglienza e le ragioni della legalità e del rispetto delle leggi che deve essere richiesto da parte di tutti. In questo senso, è auspicabile una lotta all’abusivismo nelle sue varie forme e manifestazioni, che sappia però coniugare fermezza e solidarietà. Le scelte dettate dall’emotività rischiano di eccedere in un senso o nell’altro, e di risultare poco efficaci”. Così il direttore della Caritas diocesana di Firenze, Alessandro Martini, commenta l’ordinanza del Comune di Firenze che vieta l’attività dei lavavetri sul territorio comunale.

La presenza di lavavetri ai semafori, prosegue Martini, “può costituire per i cittadini un fastidio, soprattutto quando diventa arrogante e invadente. Però è anche vero che il lavaggio dei vetri può rappresentare per tante persone un “innocuo espediente” per guadagnarsi la giornata. È importante quindi saper guardare a cosa c’è dietro il fenomeno dei lavavetri, saper distinguere le diverse situazioni, reprimere i casi di prepotenza o di sfruttamento, costruire percorsi che favoriscano l’inserimento nelle dinamiche sociali per quanti sono intenzionati a rispettare le regole della convivenza civile”.

“Bisogna continuare ad operare – conclude il direttore della Caritas fiorentina – secondo quella logica che già anima i tanti servizi per gli stranieri presenti in questa città e attivati grazie alla fattiva collaborazione tra i molteplici attori del servizio sociale (volontariato, enti locali, organizzazioni di vario genere). La lotta al disagio e alla miseria devono essere punti su cui lavorare con la partecipazione di tutte le forze vive della città, secondo la tradizione di accoglienza e di umanità propria di Firenze. La Caritas, che da sempre si impegna a rendere più dignitosa la vita sociale, è disponibile a partecipare a iniziative e azioni che andranno in questa direzione”.

Firenze dichiara guerra ai lavavetri