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LAVORO E SICUREZZA, OLIVERO: ACLI E ANMIL INSIEME PER PROMUOVERE PREVENZIONE E TUTELA

“Mettere insieme due aspetti che purtroppo nel nostro Paese troppo a lungo sono rimasti distanti: da un lato, la prevenzione e, dall’altro, la cultura della tutela e dell’assistenza”. Questo l’obiettivo che le Acli (Associazione cristiana lavoratori italiani) e l’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) vogliono raggiungere dando vita alla nuova associazione “Lavoro & sicurezza”, presentata, in una conferenza stampa adesso in corso a Roma, dai due presidenti nazionali, Andrea Olivero per le Acli, e Pietro Mercandelli, per l’Anmil. “Cerchiamo di riunire questi due fattori, prevenzione e tutela, e di andare a costruire un progetto nuovo che vada a promuovere veramente la sicurezza a tutto campo per i lavoratori italiani”, spiega Olivero. “Nel concreto – prosegue – svilupperemo alcune iniziative, proprio nell’ottica di garantire possibilità nuove di sicurezza negli ambienti di lavoro e anche di tutela per quanti hanno subito un incidente”. Come primo atto della nuova associazione, Acli e Anmil lanciano “oggi un numero verde che darà informazioni sia alle imprese che vogliono avere indicazioni specifiche riguardo alle possibilità di mettere in sicurezza la propria attività sia a tutti i cittadini, che vivono in una situazione di insicurezza o hanno subito incidenti o ritengono di vedere intorno a loro situazioni di rischio”.

“Questo lavoro che incominciamo oggi – evidenzia Olivero – è una sfida piuttosto ampia e impegnativa perché sappiamo quanta insicurezza c’è nel nostro Paese, però crediamo che, dopo tante parole spese in questi mesi sul tema, sia necessario per due organizzazioni importanti come le nostre passare ai fatti per cambiare lo stile ed essere incisivi”. Le leggi, in questo settore, per il presidente nazionale delle Acli, sono importanti, “ma da sole non bastano: c’è bisogno che tutto il Paese si senta in dovere di rispettarle e di promuovere una cultura della legalità anche per quanto riguarda la sicurezza”. Necessario anche “fare promozione tra i lavoratori, che in qualche modo nell’ultimo periodo è andata calando perché in molti casi è vista solo come un adempimento burocratico, e ‘ricordare’ alle aziende che la sicurezza è importante. Ci siamo resi conto, e lo abbiamo visto nei tragici fatti dei mesi passati, penso ad esempio alla Thyssenkrupp, che le aziende pianificano anche i costi che derivano loro dagli incidenti sul lavoro: questa è una cosa inammissibile e del tutto immorale. Infatti, la vita umana non può avere un costo”. Di qui la necessità anche di “pene non solo pecuniarie, ma anche più rilevanti compreso il carcere, a cui affiancare una cultura della vita e della dignità del lavoratore”.

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