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LEGGE 40, MPV: PROPOSTA DI LEGGE PER CAPACITÀ GIURIDICA FIN DAL CONCEPIMENTO

Approvare “finalmente” quella proposta di legge di iniziativa popolare che, modificando l’art. 1 del Codice civile, riconosce “la capacità giuridica a tutti gli essere umani fin dal concepimento”, e dunque anche all’embrione. E’ questa, secondo Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, la “giusta risposta” alle motivazioni della recente sentenza della Corte Costituzionale “che ha demolito gran parte della legge 40”, pur non arrivando a cancellarla. “Ridurre il danno” di “una sentenza inaccettabile, perché irrazionale e contro la salute della donna”: questo l’obiettivo della decisione del Movimento per la Vita – annunciata oggi ai giornalisti, durante una conferenza stampa congiunta di Mpv e “Scienza & Vita” su “quale futuro per la legge 40”, dopo la sentenza della Consulta – di “rilanciare” la proposta di legge di iniziativa popolare già presentata nel 1995, e che pur avendo ricevuto 200 mila sottoscrizioni non ha avuto seguito, nonostante sia stata poi riproposta da altri parlamentari nelle successive legislature. “Ai parlamentari – ha spiegato Casini – chiediamo di riproporla con forza politica, come chi combatte una battaglia per vincerla, ma chiediamo anche il contributo della società civile, dell’associazionismo, in modo che dia un sostrato ad una sottoscrizione ampia di parlamentari per uno schieramento trasversale”. “L’aspetto più grave della sentenza costituzionale – ha dichiarato Casini – è il totale silenzio sull’embrione”, sintomo “di una ipocrisia, ma anche di un’inquietudine, che vanno rimosse”. Ad emergere “di nuovo prepotentemente” è dunque “la grande e unica questione: l’identità umana del concepito e dunque la sua qualità di soggetto da introdurre come tale nel mondo del diritto e dunque dotato di personalità giuridica e garantito dal principio di eguaglianza al pari di ogni altro soggetto umano”. “Riuscire a introdurre nel campo del diritto tutti gli esseri umani come esseri umani, a cominciare dall’embrione” – proprio come ha voluto fare la legge 40, soprattutto all’art. 1, che tutela i diritti di “tutti i soggetti coinvolti” nel concepimento, compreso l’embrione – è quindi per Casini “un obiettivo di fondo epocale e planetario”, che contempla però anche alcuni “obiettivi intermedi”, come quello di introdurre nuove inevitabili “linee guida” che “interpretino in maniera ragionevole ciò che irragionevole”. Obiettivo “difficile”, ammette Casini, ma realizzabile se non ci si ferma alle motivazioni della sentenza ma ci si concentra “sul suo dispositivo, che lascia intatto il primo comma e modifica solo in parte e in casi considerati eccezionali il terzo comma”.Sir