Italia
La cultura della legalità mette casa in Toscana
Siglata dal vicepresidente della Regione, Federico Gelli, e da don Ciotti, presidente nazionale di Libera, il progetto prevede lo sviluppo di una rete imperniata sul centro di documentazione «Cultura della legalità democratica» della Regione e la creazione di sedi organizzative della banca dati fuori della Toscana promosse da Libera. Tutto ciò non è altro che l’ampliamento della banca dati toscana che in questi anni ha raccolto le informazioni relative a 1.165 attività di educazione alla legalità prodotte da 750 soggetti della regione.
L’occasione della firma del protocollo è anche l’occasione per un punto sul lavoro svolto nelle regioni dove sono stati confiscati i beni alle organizzazioni mafiose. Sono passati dieci anni dall’approvazione della legge 109 sulla confisca dei beni ai mafiosi: 7.199 sono i beni confiscati tra immobili e terreni in questi anni, di cui 3.168 in Sicilia, prima regione seguita dalla Calabria con 1.151. Il bilancio sul primo decennio «passato troppo velocemente», secondo don Ciotti di utilizzo della legislazione è tutto sommato positivo anche se non mancano margini di miglioramento.
«Degli oltre settemila beni interessati dal provvedimento sostiene il presidente di Libera quelli destinati sono 3.301 mentre ce ne sono 3.898 in attesa di trovare nuova utilizzazione. Siamo tuttavia ancora ad un livello insufficiente. Su queste tematiche c’è necessità assoluta di uno scatto e di procedure più veloci. Bisogna, in altri termini, trovare le modalità per superare quei nodi che la legge ha mostrato. Una legge comunque positiva che ha permesso di aprire cooperative di lavoro grazie ai beni confiscati alla mafia». Risultati? «Si pensi solo sottolinea don Ciotti alla possibilità che viene data a chiunque in molti supermercati di tutta l’Italia, di acquistare prodotti frutto del lavoro vero, di giovani veri. Una cosa impensabile solo 11 anni addietro. La legge ha ancora dei rallentamenti, dei punti ambigui. Si presenta ancora come un groviglio burocratico che mostra difficoltà da superare. Bisogna per questo renderla più snella, efficace e ancora più veloce».
Per questo don Ciotti ha rilevato l’importanza della costituzione di un’agenzia nazionale che segua tutto l’iter dal sequestro alla confisca, dalla destinazione fino all’utilizzo. Infine, il presidente di Libera ha messo in evidenza, l’importanza dell’appuntamento in programma il 17, 18 e 19 novembre a Roma in occasione degli stati generali dell’Antimafia. «L’associazione Libera assieme ad altri organismi e realtà piccole e grandi spiega don Ciotti promuove un momento di riflessione e di lavoro pensato per ragionare assieme a tutti quelli che intendono confrontarsi su questi temi nel nostro Paese, nelle istituzioni e nella società civile. Qualcosa di mai successo. Un’Italia conclude che si incontra per fare, confrontando il proprio dire, ma soprattutto per mettere assieme esperienze e concretezze».
Tra le iniziative, il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi, l’educazione alla legalità in particolare tra i giovani, il sostegno diretto a realtà dove è molto forte la penetrazione mafiosa, la formazione e l’informazione. Libera è presente su tutto il territorio nazionale attraverso sedi regionali e coordinamenti provinciali.
Proprio in questi giorni (dal 26 al 28 ottobre) Libera organizza, in collaborazione con la Provincia di Pistoia, il III Campus di Montecatini. Migliaia di giovani provenienti da tutta Italia, dall’Europa e da altre parti del mondo si incontrano per dialogare e confrontarsi sui temi della cittadinanza, dei diritti e della legalità. Le giornate sono così articolate: al mattino plenaria presso il Teatro Verdi (con testimonianze di giovani momenti di confronto con testimoni privilegiati e significativi); nel pomeriggio gruppi di lavoro e laboratori artistici che approfondiranno, con modalità diverse, i temi del Campus.