Italia

La nostra «Carta» parla toscano

di Ennio CicaliDue grandi responsabilità attendono gli italiani che il 2 giugno 1946 si recano a votare: scegliere tra monarchia e repubblica, l’assetto istituzionale che dovrà avere il nuovo stato uscito dalla guerra, eleggere gli uomini e le donne che dovranno redigere la nuova Costituzione. Gli elettori in Toscana superano i due milioni (2.092.253); i votanti saranno 1.913.528, la media – 91,5 per cento – supera di due punti il dato nazionale. Per la prima volta in una consultazione politica votano anche le donne, alle quali un decreto del febbraio ha esteso il diritto di voto. Il popolo vota ovunque con dignità e compostezza, a conferma del suo diritto alla sovranità. Lunghissime code si formano all’esterno dei seggi elettorali, ma l’attesa non pesa alla gente tranquilla e serena. Si vede che tutti danno grande importanza a quel voto, le donne più degli uomini, uscendo dalla cabina qualcuna si chiede: non so se ho fatto bene.In Toscana la scelta repubblicana è nettissima. Nel referendum istituzionale i voti a favore della repubblica sono il 71,6 per cento; alla monarchia solo il 28,4 dei voti validi.

Nelle elezioni per l’assemblea costituente, il Pci raccoglie il 33,6 dei suffragi, la Dc il 28,2, il Psiup-Psi il 21,9, il Pri il 5,6, il Fonte dell’uomo qualunque il 4,2. Seguono il Partito d’azione (1,6) e i cristiano sociali (1,1). Il Pci sarà rappresentato da 14 costituenti, la Dc da 13, il Psiup-Psi da 10, gli azionisti da 2 e 1 il Pri. Da notare che il Psiup-Psi subirà poi una scissione, dalla quale nasce il Psdi, mentre il Partito d’azione si scioglierà e i suoi rappresentanti confluiranno in diversi partiti.

La Dc è fra tutti i partiti operanti in Toscana quello che maggiormente riveste un ruolo nazionale, non solo per le dimensioni nazionali preminenti e per l’essere costantemente partito di governo, ma perché è il solo a esprimere personalità di livello nazionale: Giovanni Gronchi, leader della sinistra originaria del partito, dal 1948 presidente della Camera e dal 1955 presidente della Repubblica; Amintore Fanfani, più volte ministro, poi segretario nazionale dc dal 1954 al 1959, presidente del consiglio nel 1958; Adone Zoli, ministro di Grazia e Giustizia, presidente del partito e presidente del consiglio dal 1957 al 1958; Giorgio La Pira, sottosegretario al lavoro nel 1948, poi sindaco di Firenze, uno degli uomini politici italiani più attenti a problemi della pace; Attilio Piccioni, segretario politico della Dc, poi vicepresidente del consiglio nel 1948 e ministro degli esteri nel ’54. Altri due costituenti eletti in Toscana diverranno in seguito presidenti della Repubblica: Giuseppe Saragat e Sandro Pertini.

Più ancora che per le cariche istituzionali, il ruolo degli esponenti maggiori è contraddistinto per la spiccata spinta innovativa data alla linea politica della Dc verso il centrosinistra. Fanfani e La Pira fanno parte da subito della Commissione per la Costituzione, cui spetta il compito di redigere il testo da sottoporre poi all’assemblea. Si deve a Fanfani, fra l’altro, la formula sintetica della Repubblica democratica. La Pira partecipa attivamente alla prima sottocommissione che si occupa dei diritti dell’uomo, delle libertà civili e religiose, del lavoro.

Nasce così, in una serena domenica di giugno, l’assemblea costituente che darà all’Italia la Costituzione che per sessant’anni ha garantito la vita e lo sviluppo del nostro paese. Certo, come sempre accade nel corso della storia, speranze tenacemente nutrite e aspirazioni gelosamente custodite possono essersi realizzate solo in piccola parte. Da qui la necessità, per tutti, di ascoltare le voci del passato, per meglio intendere il profondo significato della nascita della Costituzione, svoltasi in modi civili e nel pieno rispetto di tutti.

La schedaDal 2 giugno 1946 al 31 gennaio 1948L’Assemblea Costituente della Repubblica italiana, composta di 556 deputati, fu eletta il 2 giugno 1946 e si riunì in prima seduta il 25 giugno nel palazzo Montecitorio. L’Assemblea continuò i suoi lavori fino al 31 gennaio 1948. Durante tale periodo si tennero 375 sedute pubbliche, di cui 170 furono dedicate alla discussione e all’approvazione della nuova Costituzione (nella foto De Nicola firma la Costituzione). I costituenti toscaniL’Assemblea costituente, eletta con suffragio universale diretto su liste di partito, fu articolata su tutto il territorio nazionale in collegi elettorali e in un Collegio Unico Nazionale che raccoglieva i candidati più votati nelle singole circoscrizioni e i rappresentanti dei partiti che non avevano eletto nessun candidato nelle varie circoscrizioni. Fra gli eletti nei tre collegi della Toscana vi furono numerose opzioni per il Collegio Unico Nazionale. Gli eletti nelle circoscrizioni toscane risultarono i seguenti: Firenze -Pistoia Giovanni Bertini (Dc) avvocato; Bianca Bianchi (Psiup-Psi) insegnante; Renato Bitossi (Pci) operaio meccanico; Pietro Calamandrei (Partito d’azione), avvocato, professore universitario (capolista, optò per il Coll. Naz); Renato Cappugi (Dc) impiegato Fs; (sostituì Attilio Piccioni) Tristano Codignola (Pda) , dott. giurisprudenza, editore; (sostituì Pietro Calamandrei) Calogero Di Gloria (Psiup-Psi), dottore in giurisprudenza; Palmiro Foresi (Dc), insegnante di liceo; Giorgio La Pira (Dc), professore universitario; Abdon Maltagliati (Pci) operaio falegname, giornalista; Teresa Mattei (Pci) dottore in filosofia, insegnante; Cesare Carlo Negarville (Pci), pubblicista (capolista, passò al Coll. Nazionale); Sandro Pertini (Psiup-Psi) dott. scienze politiche, capolista, passò al Coll. Naz.); Attilio Piccioni (Dc), avvocato (capolista, passò al Coll. Nazionale); Giuseppe Rossi (Pci) operaio edile; Dino Saccenti (Pci) operaio (sostituì Negarville) Ferdinando Targetti (Psiup – Psi) avvocato (Sostituì Sandro Pertini). Pisa – Lucca – Livorno – Massa CarraraLeonetto Amadei (Psiup – Psi) avvocato; Armando Angelini (Dc) avvocato; Gino Baldassarri (Pci), piccolo industriale; Italo Bargagna (Pci) impiegato; Ilio Barontini (Pci) operaio; Aladino Bibolotti (Pci), capolista, vice segretario naz. Cgil; Loris Biagioni (Dc) dottore in lettere; Giovanni Carignani (Dc) avvocato; Italo Fascetti (Dc), dottore giurisprudenza (sostituì Giovanni Gronchi), Giovanni Gronchi (Dc) dottore in lettere, industriale; (capolista, passato al Coll. Unico Naz.) Edgardo Lami Starnuti (Psiup – Psi) avvocato; Matteo Matteotti (Psiup – Psi) pubblicista; Randolfo Pacciardi (Pri) avvocato (passato al Coll. Unico Naz); Giuseppe Togni (Dc).professore universitario, industriale. Siena – Arezzo – Grosseto Vittorio Bardini (Pci), operaio; Giulio Cerreti (Pci) insegnante, giornalista; Amintore Fanfani (Dc), professore universitario, capolista; Galliano Gervasi (Pci) artigiano; Enrico Grazi (Psiup – Psi), ingegnere (sostituì Giuseppe Saragat); Marino Magnani (Pci) impiegato; (sostituì Negarville) Reginaldo Monticelli (Dc), avvocato (sostituì Francesco Ponticelli per rinuncia al mandato); Giuseppe Saragat (Psiup – Psi) dottore in scienze economiche (capolista, passato al ColI. Unico Naz.);Giuseppe Zannerini (Psiup – Psi), presidente del Consorzio Coop. Maremmane di Lavoro (sostituì Giuseppe Saragat). Referendum: il 71,6% è per la RepubblicaLa Toscana si espresse a grandissima maggioranza per la Repubblica con il 71,6 dei voti validi. Tra i capoluoghi di provincia italiani, Grosseto e Livorno furono rispettivamente terzo e quarto (primi Ravenna con 91,2 e Forlì con 88,3). La percentuale dei voti espressi per la Repubblica nei capoluoghi di provincia toscani fu la seguente:Grosseto 80,9Livorno 80,5Pistoia 74,3Pisa 71,2Massa 70,0Arezzo 64,4Firenze 63,4Siena 59,2Lucca 55,8

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