Italia

La persona e il creato: nasce il Cenacolo ecologico toscano

Sabato 10 marzo, alla presenza del direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace mons. Paolo Tarchi, prenderà ufficialmente il via l’esperienza di «Persona e creato», comitato costituente per un Cenacolo ecologico toscano, promosso dall’associazione Greenaccord, da Toscanaoggi e dall’Ucsi toscana. L’incontro è fissato per le 15,30 presso la sede del nostro settimanale, in via de’ Pucci 2 a Firenze, e verterà sul manifesto programmatico già messo a punto e che pubblichiamo.

Intanto, l’idea del Cenacolo è già stata ripresa in altre regioni: a Roma, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede di Greenaccord, il 23 febbraio scorso, è stato dato inizio al Cenacolo Ecologico del Lazio; esperienze analoghe stanno inoltre partendo a Napoli per la Campania e in Lombardia.

La possibilità di creare un network di queste iniziative è il primo auspicio che è stato espresso per «mettere in rete» idee e sensibilità locali diverse, ma tutte convergenti sul tema della salvaguardia del creato, secondo le indicazioni della Cei. Infatti, compito dei Cenacoli ecologici sarà anzitutto quello di mettersi al servizio delle varie realtà diocesane in questo particolare settore della pastorale sociale. A questo proposito, mons. Tarchi concluderà l’incontro di sabato 10 con la presentazione del messaggio congiunto della Commissione episcopale per i problemi sociali e di quella per l’ecumenismo e il dialogo per la seconda Giornata per la salvaguarda del creato, in programma il prossimo 1° settembre, reso noto venerdì 23 febbraio e dedicato all’acqua come «realtà non puramente economica», quindi da gestire come «bene comune della famiglia umana» e «per garantire la vivibilità del pianeta anche alle prossime generazioni».

Il manifesto programmatico«In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta […]. Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò». Questi versetti del Libro della Genesi ci riconducono al legame profondo tra la persona umana ed il creato, ma anche all’originaria bellezza e armonia che la potenza di Dio ha donato alla creazione stessa.

Siamo tuttavia consapevoli che, come scriveva l’allora arcivescovo di Monaco Joseph Ratzinger, «la minaccia della vita da parte dell’azione dell’uomo, di cui oggi tanto si parla, ha conferito nuova urgenza al tema della creazione. Nello stesso tempo, però, assistiamo paradossalmente alla scomparsa quasi totale dell’annuncio della creazione dalla catechesi, dalla predicazione e perfino dalla teologia». Il vuoto cui qui si accenna sembra oggi mantenersi, in ambito cattolico, non solo sul piano di una riflessione sulla creazione, ma anche su quello di una qualsivoglia posizione rispetto alle tematiche ambientali.

A settembre 2006 si è tuttavia verificata un’importante novità: per la prima volta in Italia, è stata celebrata la Giornata per la Salvaguardia del Creato, voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana, grazie all’impegno della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo. Questo evento rappresenta, in ambito ecclesiale, un punto fermo da cui partire per aprire una riflessione sulla «questione ecologica», intesa come uno degli aspetti di una più ampia «questione antropologica»: «Non è in gioco, quindi, solo un’ecologia “fisica”, attenta a tutelare l’habitat dei vari esseri viventi, ma anche un’ecologia “umana” che renda più dignitosa l’esistenza delle creature, proteggendone il bene radicale della vita» (Giovanni Paolo II, 2001).

Partire dalla creazione vuol dire partire da un riferimento originario del mondo e dell’uomo, con la consapevolezza che creazione ed evoluzione non sono due antinomie, ma due risposte ad uno stesso mistero, quello della vita. «Ci troviamo perciò di fronte a due questioni che si integrano, non si escludono» (J. Ratzinger, 1981). Da qui l’esigenza ad un confronto aperto, poiché la salvaguardia del creato o la conservazione della natura rappresentano uno stesso vincolo per l’umanità.

Anche noi, da credenti, possiamo affermare che – come ricordava ancora il cardinale Ratzinger nel 1981 – «attraverso la ragione della creazione, Dio stesso ci guarda. La fisica, la biologia, le scienze naturali in genere, ci hanno fornito un racconto della creazione nuovo, inaudito, con immagini grandiose e nuove, che ci permettono di riconoscere il volto del Creatore»; infatti «la creazione, con la sua intrinseca razionalità è il messaggio più forte ed invincibile del Creatore». A questo riguardo è inoltre confortante, da parte dello stesso Ratzinger, il costante riferimento al tema «persona e creato» portato avanti dopo la sua ascesa al soglio pontificio, come attesta lo stesso messaggio per la Giornata della pace 2007, specificamente ai punti 8 e 9.

Da appartenenti alla Chiesa non possiamo non fare memoria della ricchezza della sua storia, in cui il rapporto tra l’uomo ed il creato ha trovato punti di equilibrio e di profonda comunione, come nella tradizione monastica. «Come l’anima è tutta intera in ogni parte del corpo, così anche Dio è tutto in tutto ed in ogni cosa» («Summa Theologica» di San Tommaso d’Aquino). La collaborazione con l’opera di creazione di Dio ci rende vicini al Suo amore, il cui primo segno è lo stupore. Senza stupore ogni problema ambientale diventa uno strumento di antagonismo politico a sé stante.Dalla dottrina sociale della Chiesa non possiamo non essere sollecitati a far fronte ad un’urgenza planetaria in cui povertà e degrado ambientale minano l’umanità di milioni di uomini. «Se lo sguardo percorre le regioni del nostro pianeta ci si accorge subito che l’umanità ha deluso l’attesa divina» della ministerialità dell’uomo verso la creazione, «devastando senza esitazioni […]. Occorre perciò stimolare e sostenere la conversione ecologica» (Giovanni Paolo II, 2001). I doni della Terra, nella loro destinazione universale, potranno rappresentare od un luogo di confronto, un bene comune obbligato cui far partecipare tutti, oppure un luogo di scontro, in cui iniquità, disparità sociali troveranno motivo di accentuazione. Non possiamo dunque sottacere «l’intrinseco legame tra lo sviluppo, i bisogni umani e la salvaguardia della creazione» (Direttorio per l’applicazione dei principi e delle norme sull’ecumenismo, 1994, n. 215).

Per tutto questo, «Persona e creato», comitato costituente per un Cenacolo ecologico toscano, intende promuovere una riflessione culturale e una conseguente operatività capaci di rispondere a un’esigenza non più avvertita solo da una particolare corrente di pensiero o da una cerchia di «addetti ai lavori», ma oramai ampiamente condivisa da tutti gli uomini e donne di buona volontà.

Messaggio per la II Giornata per la salvaguardia del creato