Italia

La riforma terzo settore è legge. Cnesc: servizio civile universale «risorsa importante»

Tra gli aspetti positivi del testo Barbieri enuncia il «tentativo di superare l’innata frammentazione del terzo settore attraverso il riordino e la revisione organica delle diverse discipline esistenti in un unico Codice del terzo settore», «l’istituzione di un registro nazionale unico – passaggio necessario a contribuire alla trasparenza di questo mondo -, la revisione delle misure di agevolazione fiscale, il riordino in materia di servizio civile, la scelta di un’unica sede di rappresentanza istituzionale come il Consiglio nazionale, purché preveda un coinvolgimento degli organismi di rappresentanza del terzo settore», nonché il fatto «che le politiche di governo, promozione e indirizzo siano in capo alla Presidenza del consiglio dei ministri».

Il Forum ringrazia quindi «tutti coloro che hanno voluto e lavorato per l’attuazione di questa riforma che indubbiamente segna un momento storico decisivo per il terzo settore». «I Decreti delegati – aggiunge – rappresenteranno il vero banco di prova per capire come in concreto il nostro mondo cambierà con questa riforma, e in questa fase sarà decisivo il metodo con cui si lavorerà alla loro stesura». Conclude Barbieri: «Auspichiamo che il Forum del terzo settore, già riconosciuto nel suo ruolo di rappresentanza in questi mesi di lavoro parlamentare, possa continuare a essere considerato interlocutore fondamentale per un costruttivo confronto nell’interesse di tutto il terzo settore italiano».

Soddisfazione per l’approvazione del disegno di legge delega di riforma del terzo settore, specialmente laddove disciplina il servizio civile universale, poiché «porta a compimento l’ispirazione degli obiettori di coscienza al servizio militare che ‘la Patria si difende anche senza armi’ e contribuisce alla piena attuazione di quanto previsto nell’articoli 11 e 52 della Costituzione realizzando iniziative di promozione della pace e della nonviolenza». Lo sottolinea in una nota la Conferenza nazionale enti per il servizio civile (Cnesc), nella convinzione che «il servizio civile universale si propone inoltre all’Unione Europea come una risorsa importante per contrastare i crescenti nazionalismi, razzismi ed egoismi che ne minano le radici stesse, attraverso la realizzazione di iniziative di cooperazione allo sviluppo anche fuori dall’Unione».

«La principale innovazione del testo, che ne giustifica la definizione di servizio civile universale – evidenzia la Conferenza –, è l’obiettivo di far partecipare tutti i giovani che vorranno farlo, in modo volontario. Se per lo Stato è una sfida per le risorse da trovare e per la capacità organizzativa di programmazione da implementare, per le organizzazioni, in primis quelle della Cnesc, è una sfida educativa e di formazione della coscienza civica, oltre che economica e organizzativa, che ben volentieri facciamo nostra». Apprezzamento anche per l’apertura «all’accesso dei cittadini comunitari e degli stranieri regolarmente soggiornanti», «altro passo concreto verso un’Unione Europea costruita dai cittadini e verso un approccio propositivo di fronte ai fenomeni migratori, a volte generati dalle politiche dei Paesi occidentali».