Italia

La tv babysitter

La tv? È la nuova baby-sitter dei bambini. Molti di loro hanno un rapporto diretto, non mediato con il piccolo schermo, molti hanno la tv in cameretta e scelgono autonomamente quali programmi vedere. Se ne è parlato a Pisa in occasione del «San Valentino delle famiglie» in un dibattito dal tema «Figli cari, cari figli» cui hanno partecipato Antonello Riccelli, giornalista televisivo e membro della giunta dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), Roberto Volpi, demografo dell’Infanzia curatore del rapporto «Minori e stampa» per conto dell’Istituto degli Innocenti a Firenze e Maria Rita Munizzi, presidente del Movimento italiano genitori e vincitrice del premio «San Valentino delle famiglie» (nella foto la premiazione) organizzato da un cartello di associazioni cattoliche: consultorio familiare Ucipem di Pisa, Associazione nazionale famiglie numerose, Ucsi e Coldiretti.

Per Antonello Riccelli i soggetti meno tutelati di fronte alla tv sono gli adolescenti. Mentre infatti la visione dei programmi per bambini è tutelata daregole, come i codici di autoregolamentazione gli adolescenti, che formano in questo periodo la loro personalità, si trovano indifesi. Secondo uno studio recente di Censis ed Ucsi, mentre gli over ’65 hanno una visione diluita della tv, gli adulti la guardano in prima serata e gli adolescenti soprattutto tra le 14 e le 17.

Ma qual è il rapporto degli adolescenti nei confronti del piccolo schermo? Secondo lo studio Censis Ucsi un giovane su due «spenge la tv quando non piace» e, più in generale, i teenagers hanno nei confronti del piccolo schermoun approccio diverso dalla media: lo guardano perché li fa divertire (46,2% contro il 30,6% della media nazionale) e perché piace chi la fa (20,1% contro il 18,4%); meno «perché fa conoscere il mondo (17,7% contro il 27.7% della media nazionale che tiene conto di fruitori di tutte le età). I giovani sono più tolleranti degli adulti verso le «storture» della tv. In una virtuale classifica delle cose definite volgari, il 31,6% cita gli insulti (contro il35,6% degli adulti), il 27,4% le parolacce (38,5%), il 23,6% la violenza (27,3%), il 19,4% i richiami erotici (28,5%), il 18,1% le falsità (contro il 17,4%), il 17.7% lo scarso rispetto per i minori (18,6%) ed il 16% l’esibizionedei sentimenti (17,6%).

Dagli oltre 5mila articoli selezionati dall’Istituto degli Innocenti nel 2005 e che avevano per tema i bambini, emerge come i giornali rischiano di generare paure infondate sui figli: sulla loro salute o sui pericoli che correrebbero. Un invito a non demonizzare la tv, ma ad utilizzarla in maniera responsabile èarrivato dalla presidente del Moige Maria Rita Munizzi, che ha ricordato le numerose battaglie sostenute dalla sua associazione contro la tv volgare. Una su tutte: quella contro il programma «Bisturi» da cui, su sollecitazione del Moige, presero distanza le aziende inserzioniste.

Lo speciale sul San Valentino delle famiglie