Italia

Lampedusa: Migrantes, «Non si dimentichi la tragedia» dello scorso anno

 A un anno di distanza, alla «condivisione del dolore» per i familiari che, grazie anche all’iniziativa del ministero dell’Interno a cui collabora Migrantes, si spera possano riconoscere tra i morti i propri cari, alla preghiera ecumenica e interreligiosa che si alzerà dalla chiesa e dalla piazza di Lampedusa, l’organismo pastorale della Cei si dice preoccupato che la fine dell’operazione Mare nostrum e la sua sostituzione con un’iniziativa «non ben definita, che sembra andare nella direzione del controllo dei confini e non del salvataggio e dell’accompagnamento dei migranti in mare, rischiano di aggiungere ancora morti nel cimitero del Mediterraneo».

Migrantes esprime anche la preoccupazione che alcuni Paesi europei, a fronte di nuovi arrivi di migranti dal Corno d’Africa, dal Medio Oriente e dai Paesi del Sud Sahara, «ripropongano la chiusura delle frontiere, mettendo in discussione il cammino europeo dopo Schengen». Da qui l’auspicio che «non si dimentichi la tragedia di Lampedusa», ma «soprattutto si rinnovi concretamente il cammino di costruzione di un’Europa solidale che sappia condividere le risorse, perché i Paesi poveri possano crescere e le persone possano avere il diritto di rimanere nel proprio Paese» e che sappia rendere «effettivo» il diritto alla protezione internazionale.