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Lavoro: Agia, al via ricerca su sicurezza e formazione dei minorenni

La ricerca è realizzata in collaborazione con l’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali (Iprs) e il Censis. “Quando si parla di lavoro minorile in genere il pensiero va all’impiego irregolare di bambini e ragazzi”, dice l’Autorità garante Carla Garlatti. “È però importante, oltre a questo, verificare in pratica quanto siano rispettate le norme che riguardano l’inserimento dei minorenni in contesti lavorativi regolari e quanto le attività che svolgono siano in grado di accompagnarne lo sviluppo controllando i fattori di rischio”.

Il progetto, denominato Fase (FormAzione sicura in età adolescenziale), è partito a Torino alla “Piazza dei mestieri” con il primo di una serie di incontri interregionali tra Autorità garante, il presidente dell’Iprs Raffaele Bracalenti, i rappresentanti delle realtà che in Piemonte e Lombardia si occupano di formazione professionale, accompagnamento e tutela delle persone di minore età. Al tavolo ha partecipato l’Autorità garante Carla Garlatti.

“Troppo spesso le cronache riportano incidenti sul lavoro che coinvolgono minorenni”, sottolinea l’Autorità. “Nonostante le numerose norme in materia di sicurezza, le misure di prevenzione e protezione risultano ancora insufficienti e, in taluni casi, inadeguate. L’Italia è tenuta a dare concreta attuazione a quanto previsto in materia dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

Partendo dal presupposto che l’attività lavorativa dei minorenni deve avere una dimensione prevalentemente formativa – aspetto di rilievo anche per la sicurezza – il progetto promosso dall’Agia mira a indagare come nella pratica venga realizzata la formazione, sia per assicurare che venga soddisfatto il bisogno di apprendimento dei ragazzi sia per garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza e la tutela del loro armonico sviluppo. L’Autorità intende infine scongiurare il rischio che si possa considerare come “formazione” il solo fatto di lavorare e accertare che ci sia una verifica delle competenze acquisite per riscontrare che l’apprendimento sia stato effettivo.