Italia

Lavoro: Cisl, in 4 anni persi 567mila posti. Cig +700% rispetto al 2007

567mila occupati in meno nel quadriennio 2008-2012. La cassa integrazione si attesta su livelli sette volte in più rispetto i valori pre-crisi. Sono i dati salienti rilevati dall’Osservatorio Cig-Occupazione della Cisl, diffuso oggi.

CASSA INTEGRAZIONE – L’Osservatorio, nel dettaglio, evidenzia che nel mese di dicembre 2012 le ore autorizzate di cassa integrazione ammontano a 86,5 milioni, portando il numero di ore complessivamente autorizzate nel 2012 a 1.090,6 milioni, contro i 973,2 milioni del 2011, segnando un aumento del 12,1%. Né i valori complessivi né la dinamica in corso d’anno sono divergenti tra 2011 e 2012: i valori mensili si mantengono sempre elevati, avvicinandosi di frequente ai 100 milioni di ore, talvolta superando tale soglia. L’unica differenza di qualche rilievo sta nei maggiori valori della cassa ordinaria nel 2012 rispetto al 2011, indicativi di nuove aziende in crisi, mentre l’utilizzo complessivo della cassa straordinaria e della cassa in deroga è simile nei due anni. Con i dati definitivi del 2012 le ore di cassa integrazione si attestano intorno al miliardo per il quarto anno consecutivo, corrispondenti a circa 500.000 lavoratori mediamente coinvolti ogni anno. Rispetto ai valori pre crisi del 2007 ci assestiamo, in tutto il periodo 2008-2012 su livelli di circa sette volte superiori. Nel 2012 il settore più in sofferenza è certamente il commercio che ha visto un aumento di circa il 40% delle ore autorizzate rispetto al 2011. L’area geografica più penalizzata è invece il Centro Italia con un aumento delle ore di cassa tra 2011 e 2012 di circa il 26% più’ del doppio del dato medio del paese. Nel complesso del periodo gennaio-novembre 2012 le domande di disoccupazione sono cresciute del 14,49% rispetto allo stesso periodo 2011 e le domande di mobilita’ del 17,82%.

OCCUPAZIONE – L’analisi dei dati Istat del III trimestre 2012 evidenzia un netto peggioramento. Infatti la stabilità del numero di occupati non può considerarsi un segnale di uscita dalle criticità’, essendo dovuta all’aumento degli occupati con almeno 50 anni, a sua volta provocato dalla forzata permanenza al lavoro per via delle riforme pensionistiche. A tale fenomeno però corrisponde il calo di occupati delle fasce di età inferiori, soprattutto i più giovani. Gli effetti della crisi si mostrano anche nella riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine ed i collaboratori, e nella riduzione del tempo pieno con contestuale aumento del tempo parziale involontario. In qualche modo lavoro flessibile e part-time evitano un calo ancora maggiore dell’occupazione. E’ ancora il settore industriale a mostrare chiari segnali di sofferenza. Nel III Trimestre 2008, vale a dire subito prima dell’inizio della crisi mondiale, il tasso di occupazione era pari al 59%, corrispondente a 23.518.000 persone occupate, dopo quattro anni l’indicatore è sceso al 56.9%, pari a 22.951.000 di occupati. In quattro anni l’economia italiana ha perso 567.000 occupati.