Italia

Le casalinghe chiedono maggiore tutela

di Elisabetta CaselliMerita tornare sulla discussione relativa ai compiti delle donne, soprattutto delle casalinghe, alla valorizzazione del lavoro all’interno della famiglia, in rapporto alla concreta situazione sociale e politica italiana, di cui si è parlato la scorsa settimana alla XXIII Assemblea Nazionale promossa dal Moica. (Movimento italiano casalinghe). «Bilancio familiare – bilancio sociale» questo è stato il tema dell’assemblea che ha visto riunite in Palazzo Vecchio a Firenze, 400 delegate in rappresentanza di 48mila iscritte al Movimento e su questo doppio «binario» sono intervenuti anche esperti del settore come Riccardo Pardini, docente di Sociologia della famiglia e Giovanni Daverio del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Modifica della legge 565 del ’96 sul fondo pensioni per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari e revisione delle norme per la tutela della salute nelle abitazioni e prevenzione degli incidenti domestici, legge 493 del ’99: di questo hanno parlato le responsabili dei gruppi Moica ed è l’impegno legislativo che da anni porta avanti la presidente nazionale Tina Leoni alla quale si deve la nascita di questo movimento ventidue anni fa, l’11 novembre 1982.

«Come associazione – dice Pinuccia Simondetti, responsabile Moica Toscana e Firenze – si chiede all’Inail un miglioramento normativo del Fondo pensioni e prevenzione e copertura incidenti domestici; si chiede di abbassare al 33% e riconoscere la causa di morte e si auspica un ampliamento facoltativo per chi desidera una copertura diversa che dia maggiore garanzia anche per gli infortuni meno rilevanti». Su oltre 8 milioni di casalinghe in Italia, circa 2,5 milioni sono state assicurate per il 2005, ad oggi l’Inail ha riconosciuto 109 casi gravi; per quanto riguarda la pensione si fa appello all’art. 35 della Costituzione, lavoro in tutte le sue forme: il lavoro delle casalinghe è un’azione sociale, un contributo al benessere sociale senza aggravio di spesa dello Stato (cosa che avverrebbe si trattasse in alternativa di lavoro a pagamento).

Richiami forti, puntuali e concreti dettati da esigenza di coerenza al Movimento e da genuina sensibilità sociale che la presidente Tina Leoni ha sempre mostrato durante questi anni. «Anni anche difficili, soprattutto all’inizio, quando fu necessario mediare tra spinte ideali e operatività concreta – scrive la presidente sul sito internet con il quale ha uno stretto contatto con le delegate e tutte le donne che sentono il bisogno di intervenire su questi temi – e saper cogliere denunce ed aspettative anche inespresse, frustrazioni e amarezze profonde delle casalinghe mortificate da una cultura che sosteneva categoricamente l’evoluzione della condizione femminile possibile soltanto attraverso il lavoro extradomestico».

Oggi le cose stanno cambiando grazie soprattutto agli oltre ventidue anni d’intensa attività del Moica e delle sue battaglie fatte per il riconoscimento dei diritti delle casalinghe e dell’importanza del lavoro all’interno della famiglia come lavoro sociale: per questi motivi il Moica è presente in organismi nazionali ed internazionali, fa parte inoltre di Commissioni e Comitati ministeriali, dei comitati amministratori fondi Inps e Inail ,è riconosciuta dalle Nazioni Unite come Ong ed è presente nel Direttivo nazionale del Forum delle Associazioni familiari.