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Libia, via libera dal summit: la Francia attacca

(ASCA) – 17 marzo – Dopo il via libera all’azione militare arrivato dal summit internazionale che si è svolto nel pomeriggio a Parigi, la Francia ha iniziato l’attacco (ore 17.45 ora italiana) contro le forze del leader libico, Muammar Gheddafi. Un aereo francese ha aperto il fuoco su un veicolo militare libico e le operazioni si stanno concentrando intorno alla città di Bengasi. Nel giorno della riunione internazionale, infatti, almeno 26 morti si sono registrati nelle città per gli scontri tra gli insorti e le truppe di Gheddafi. Per questo, il summit di Parigi ha sdoganato il via libera all”’azione militare nelle prossime ore”. A partecipare alla riunione, i leader americani, europei e arabi, assente l’Unione Africana.

La riunione era stata convocata per fare il punto sulla situazione in Libia e per decidere una strategia di intervento in attuazione della risoluzione 1973 delle Nazioni Unite. Già dal pomeriggio numerosi aerei da combattimento francesi “Rafale” avevano iniziato a sorvolare l’intero territorio della Libia “per missioni di ricognizione” e, al termine della riunione di Parigi, molti leader mondiali si sono espressi sulla decisione presa.

SARKOZY. Il primo a prendere la parola è stato il padrone di casa, Nicolas Sarkozy, annunciando che “gli aerei francesi sono pronti a intervenire contro i veicoli armati che minacciano i civili disarmati” in Libia e spiegando che “il nostro intervento non vuole imporre un risultato sul loro futuro, ma agiremo in nome della tolleranza. Oggi interverremo in Libia sul mandato del Consiglio sicurezza dell’Onu per proteggere la popolazione dalla follia di un regime che uccide la propria gente”.

OBAMA. La coalizione internazionale “é pronta ad agire con immediatezza” in Libia. Lo ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando da Brasilia, prima tappa del tour di cinque giorni che farà in America latina per rafforzare i legami economici tra la regione e gli Stati Uniti, della situazione in Libia dopo il summit internazionale che si è svolto a Parigi. Dal summit è emersa la decisione di un”’azione militare nelle prossime ore” contro le forze del leader Muammar Gheddafi, in attuazione della risoluzione 1973 delle Nazioni Unite.

CLINTON. Gli Stati Uniti hanno “capacità uniche”, cioé i mezzi militari di cui non dispongono gli alleati, e li forniranno alla coalizione internazionale nei confronti delle forze del leader libico, Muammar Gheddafi. Lo ha sottolineato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, al termine del summit internazionale che si è svolto nel pomeriggio a Parigi sulla situazione della Libia. Come già annunciato, non verranno dispiegate truppe americane ma gli Stati Uniti metteranno a disposizione le loro capacità militari.

CAMERON. “É il momento di passare all’azione”, ha sottolineato il primo ministro inglese David Cameron, in un’intervista alla televisione britannica da Parigi. “É il colonnello Gheddafi che ha voluto tutto questo. Ha mentito alla comunità internazionale, ha promesso un cessate il fuoco e – ha aggiunto Cameron – ha continuato a brutalizzare il suo stesso popolo”. Dunque, ha concluso, “é giunto il momento di agire, in maniera urgente, per attuare le decisioni delle Nazioni Unite”.

BERLUSCONI. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conferenza nell’ambasciata italiana a Parigi, ha sottolineato che l’Italia “per il momento” offre le sue basi militari per la creazione di una ‘no-fly zone’ in Libia, ma non esclude una partecipazione maggiore in una seconda fase”. L’Italia, ha aggiunto il premier, “per il momento fornisce le basi e, attraverso la nostra partecipazione al coordinamento delle operazioni, potrà esserci richiesto di intervenire con i nostri mezzi”. Il coordinamento delle operazioni “sarà probabilmente fatta dalla base Nato di Napoli”. Berlusconi ha voluto poi rassicurare gli italiani: “Vorrei tranquillizzare i nostri connazionali: le nostre forze armate hanno fatto un esame approfondito della disponibilità di armi e dei missili di cui dispone il regime libico e la loro conclusione è che non ci sono in questo momento armi in dotazione della Libia che possano raggiungere il territorio italiano”. Nell’aprile del 1986 Tripoli aveva lanciato due missili Scud su una base americana a Lampedusa come rappresaglia per l’attentato contro Gheddafi. Il premier ha aggiunto che “tutta la comunità internazionale pensa sia difficile che un regime che dura da 41 anni possa continuare anche dopo quello che è successo”.

NAPOLITANO. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato informato telefonicamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, dell’andamento e dell’esito della riunione di Parigi. Il Capo dello Stato si è compiaciuto dell’importante intesa raggiunta, per il contributo dato e per l’impegno assunto dall’Italia.