Italia

MEDICINA PREDITTIVA, FERRUCCIO BONINO (FONDAZIONE MANGIAGALLI): TEST GENETICI DA SOLI SONO ANCORA INEFFICACI

Ogni clinica dovrebbe disporre di un database di tutti i malati trattati. La pensa così il professor Ferruccio Bonino (direttore scientifico dellafondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli, Milano) intervenuto questa mattina a Pisa al congresso nazionale sulla medicina predittiva. Oggi – ha osservato Bonino – si investe molto nella medicina predittiva. Ma i suoi risultati non sono ancora pienamente soddisfacenti, soprattutto perché chi predice malattie, non attinge (o non può attingere) all’esperienza pratica diretta di tutti i colleghi. Paradossalmente – ha commentato Bonino – le case automobilistiche fanno molto meglio: grazie ai data base dei tagliandi, riescono ad individuare i punti deboli di un’auto ed a migliorarla nelle serie successive.Quanto ai test genetici, la loro capacità di individuare – da soli – una malattia che potrebbe manifestarsi dopo anni «è forse inferiore alla capacità di una zingara di leggere la mano. Perché le variabili per cui una malattia possa manifestarsi sono molte e molte le combinazioni tra di loro». «L’esperto, dunque, nel fare una diagnosi, deve valutare non solo i test genetici, ma un pacchetto di fattori predittivi, di cui fanno parte ad esempio anche l’età, il sesso e la durata di una malattia».Nell’epatite cronica virale, ad esempio, la medicina predittiva prende in esame la genetica del virus (la risposta ad una cura cambia a seconda del genotipo virale, e la possibilità di successo è doppia di fronte ad un genotipo 2 e 3 rispetto al genotipo 1 e 4), ma anche della persona che quel virus ospita, del suo sesso e della sua età.