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MEETING DI RIMINI, IL CARD. BAGNASCO APRIRÀ LA MANIFESTAZIONE

Sarà il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ad aprire la XXIX edizione del Meeting di Rimini, che si svolgerà dal 24 al 30 agosto sul tema: “O protagonisti o nessuno”. Appuntamento per domenica 24 alle ore 17 – hanno annunciato oggi ai giornalisti gli organizzatori – per un incontro dal titolo: “La Chiesa, un popolo che fa storia”. A chiudere la settimana di eventi sarà invece la presentazione di un libro che raccoglie i dialoghi di don Luigi Giussani con gli universitari negli anni Ottanta, con la partecipazione di Eugenia Roccella, sottosegretario di Stato al Lavoro, Salute e politiche sociali, e di Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere. Tra i “percorsi” del Meeting, l’attenzione al “multiculturalismo”, la centralità della “questione educativa” e alle tematiche della pace e dello sviluppo, le emergenze legate al mondo del lavoro – con le difficoltà dei giovani a trovare una prima occupazione e della famiglia ad arrivare alla “quarta settimana” – il rapporto tra giustizia e diritti umani, le novità della ricerca scientifica.“La nostra è una cultura che non educa, perché non comunica un giudizio che dà senso alla vita”. Lo ha detto Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, illustrando alla stampa la XXIX edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, in programma a Rimini dal 24 al 30 agosto sul tema: “O protagonisti o nessuno”. “Se non si è primi attori della propria vita, se non si assume la responsabilità che la propria condizione pone a ciascuno – ha detto Guarnieri spiegando la scelta del tema di questa edizione – si è nessuno, cioè si rinuncia all’avventura, alla sfida della vita”. Ma chi è il “protagonista” per la società di oggi? E’ colui – ha risposto la presidente del Meeting – che “ha successo, emerge sopra agli altri”, che “fa tutto quello che gli altri fanno, ma in maniera più clamorosa, vincendo sugli altri”. Il risultato, per Guarnieri, è che “questa posizione, che tende ad esaltare l’io, in realtà non è l’esaltazione dell’io: la celebrazione del protagonista come colui che ha successo celebra l’omologazione, il formalismo, la passività . Chi oggi è considerato protagonista, è il più omologato di tutti”. Il “vero problema”, ha osservato Guarnieri, “è che oggi non c’è più la capacità di lasciarsi sfidare dalla realtà, di mettersi in discussione, di guardare al positivo alle sfide. Ma se la vita non ti appassiona più, non hai un giudizio sulla vita, diventi passivo, vivi di rimessa, non sarai più protagonista: è questa la provocazione del Meeting”.Sir