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MIGRANTES: MONS. CROCIATA, CHIESA IMPEGNATA A VINCERE IL RAZZISMO CONTRO ROM E SINTI

“Apprezzo questo vostro impegno di riunirvi periodicamente in convegni nazionali per riflettere su come, pur nel rapido mutare del clima sociale e politico nei confronti di Rom e Sinti, voi possiate mostrare loro la immutata vicinanza e solidarietà della Chiesa e trovare le vie più efficaci perché le ingiuste discriminazioni nei loro confronti non trovino spazio libero per dilagare e degenerare in forme sempre più allarmanti di intolleranza e di razzismo”. E’ quanto scrive mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della Cei, in un messaggio rivolto agli operatori impegnati nella pastorale per i Rom e i Sinti riuniti, da oggi e fino al prossimo 30 agosto, a Pagnacco (Ud) per il convegno sul tema “Le Minoranze: dinamiche per la società e per la Chiesa”. La Chiesa – aggiunge mons. Crociata – “apprezza anche la scelta che parte di voi ha fatto di condividere da vicino la vita di questa gente fino a convivere assieme a loro per comprenderli sempre meglio non attraverso studi e indagini ma per una diretta esperienza di vita, secondo una norma di ispirazione evangelica: farsi debole con i deboli, povero con i poveri, migrante con i migranti, zingaro con gli zingari”. In tale maniera – spiega il segretario della Cei – la vostra voce diventa anche più autorevole nel rivendicare la loro dignità e i loro diritti, nel sollecitare il superamento di ogni forma di discriminazione e la possibilità di un’integrazione nel contesto della comune convivenza che non comprometta la loro specifica identità”. “È noto – si legge ancora nel messaggio del segretario della Cei – pure quanto ci si dà da fare perché la categoria dei Rom e Sinti venga considerata, sul piano nazionale e dell’Unione europea, una minoranza etnica, degna di tutela e di promozione come le altre minoranze, pur non avendo essa un proprio territorio circoscritto, e capace di interagire con l’ambiente in cui vive anche col proprio ricco patrimonio di tradizioni e di valori, che nella situazione attuale rischiano di rimanere da una parte latenti e dall’altra misconosciuti”. Per mons. Crociata il vivere di molti operatori a fianco dei nomadi “oltre ad essere segno di fraterna vicinanza, vi offre l’opportunità per una preziosa opera educativa nei loro confronti e nei confronti dell’intera società italiana: voi parlate con l’autorevolezza e con la forza persuasiva che vi è data non da una cultura accademica e tanto meno dall’adeguamento acritico a una mentalità che è ben lontana dal sentire cristiano come pure da una elementare saggezza umana”.Sir