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MIGRAZIONI, CONVEGNO EUROPEO A BELLARIA SU OPERATORI PASTORALI IN CONTESTO MIGRATORIO

Una “Chiesa multiculturale” capace di coniugare “comunione” e “diversità” all’interno di ogni singola comunità parrocchiale: è l’immagine che sta emergendo al convegno europeo “L’operatore pastorale in contesto migratorio” in corso in questi giorni a Bellaria fino al 14 aprile per iniziativa della Fondazione Migrantes e delle delegazioni europee. L’esperienza dei sacerdoti in emigrazione, ha ricordato oggi mons. Luigi Petris, direttore della Fondazione Migrantes, “ha qualcosa da insegnare a chi è ora impegnato tra gli immigrati in Italia”, ma anche l’immigrazione “ha qualcosa da dire a chi sta operando oltralpe in vista del continuo aggiornamento dello stile e modalità del servizio ai nostri italiani all’estero”.

Tra gli spunti di riflessione sollecitati da mons. Petris, la proposta di giungere “ad una armonizzazione tra le due esigenze, quella legata alla salvaguardia dell’identità specifica delle minoranze di migranti e quella richiesta dalla comunicazione all’interno della Chiesa”.

“Nei confronti delle comunità etniche – ha osservato – spesso si denuncia il rischio della ghettizzazione e il rischio c’è. Ma anche nella Chiesa territoriale può essere in agguato il medesimo rischio”.

Mons. Petris ha ribadito la vicinanza ai migranti in quanto “ultimi”, visto che “stanno sperimentando la povertà anche nelle forme più crude” o che, “in quanto minoranza vengono spesso considerati elementi di disturbo, talora perfino di pericolo e di inquinamento”. “Noi siamo dalla loro parte – ha affermato – ma ben lontani dal posizionarci, nei gesti, nelle parole e prima ancora nei sentimenti, su un fronte agguerrito, quasi che vedessimo schierato contro di noi un altro fronte; sarebbe triste e anacronistico voler riesumare, e proprio dentro la Chiesa, una specie di lotta di classe”.Sir