Italia

MIGRAZIONI: UCSEI, SETTE PROPOSTE PER MIGLIORARE LA VITA DEGLI STUDENTI STRANIERI NELLE UNIVERSITÀ

Sette proposte per facilitare la vita degli studenti stranieri in Italia, che sono attualmente 31.343, ossia l’1,8% della popolazione universitaria italiana. Sono contenute nelle 300 pagine del volume pubblicato dall’Ucsei (Ufficio centrale studenti esteri in Italia), che contiene un’indagine e alcune indicazioni concrete: istituire una Agenzia nazionale per la mobilità e le borse di studio e un Fondo nazionale per borse di studio; modificare la normativa relativa alla cooperazione allo sviluppo e quella di accesso alle università; rendere più rapida la pratica del rinnovo del permesso di soggiorno; istituire un “tavolo permanente” di consultazione interministeriale aperto alle associazioni per studenti stranieri; superare la confusione normativa dovuta all’assenza di uno “statuto” dello studente straniero.

Le sette proposte partono dall’analisi della situazione, illustrata nell’indagine curata dall’Istat e dal ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca. I dati denunciano la presenza ancora bassa di studenti stranieri nelle università italiane rispetto ad altri Paesi europei. “L’Italia, dopo un periodo di forte attenzione agli studenti esteri negli anni ’50, ’60 e parte dei ’70 – si legge nell’indagine, presentata ieri a Roma nel corso di un convegno dell’Ucsei – ha attuato politiche restrittive. Tra le cause si possono segnalare: la fragile e breve esperienza coloniale dell’Italia, la sua lingua quasi per nulla parlata nel mondo, un sistema universitario poco flessibile e poco attrattivo, un sistema di accesso e di accoglienza degli immigrati poco efficiente e per lo più restrittivo”. Solo negli ultimi tre anni, osserva l’indagine, “le presenze di studenti stranieri hanno ripreso ad aumentare”. Fino al 2001 (dati Ocse) 71 studenti stranieri provenivano dall’Europa, ma diminuiscono quelli provenienti dai Paesi Ue e aumentano quelli dall’Europa dell’Est e dai Balcani (il 40% del totale): gli studenti dall’Albania sono aumentati del 187% rispetto a dieci anni fa. L’Africa ha poco più di 3.000 iscritti (8,9%, soprattutto da Camerun e Marocco), le Americhe l’8,2%, l’Asia il 10,5%. Rimane importante la presenza storica degli studenti israeliani e libanesi, calano gli iraniani, aumentano gli indiani. Solo nei corsi post laurea aumentano gli iscritti provenienti dai Paesi in via di sviluppo. Le facoltà più scelte (soprattutto negli atenei di Emilia Romagna, Lazio e Lombardia) sono medicina e farmacia, lingue e letterature straniere, architettura e scienze politiche. Un dato negativo è la diminuzione del numero dei laureati: nel 2002-2003 si sono laureati l’11,9% su 1.000 laureati totali), nel decennio precedente il 18,1% su 1.000. In più si alza l’età della laurea: se il 23% degli italiani conclude gli studi dopo i trent’anni, la percentuale tra gli stranieri sale al 37%. Sir