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MONS. BETORI: LA CHIESA NON SI SCHIERA PER UNA PARTE POLITICA MA INVITA ALLA COERENZA

“I vescovi non vogliono e non possono esprimere pareri sulle indicazioni di voto da parte degli elettori che si dicono cattolici riportate nei sondaggi dei giorni scorsi. A tutti però ricordano e intendono richiamare i valori fondamentali che costituiscono dei punti di riferimento irrinunciabili”. Lo ha detto oggi a Roma, durante la conferenza stampa in Vaticano per la presentazione del comunicato finale del Consiglio episcopale permanente (Roma, 10-13 marzo), il segretario generale della Cei mons. Giuseppe Betori. “Se una urgenza immediata può essere quella ricordata dal presidente card. Bagnasco, della spesa delle famiglie – ha aggiunto – è chiaro che rispetto alle prospettive politiche il discorso va proiettato su un piano più vasto”. Mons. Betori ha quindi corretto l’interpretazione giornalistica delle parole del card. Bagnasco su supposte “larghe intese”. “Il suo pensiero conteneva l’auspicio che ciascuno, secondo il proprio ruolo, voglia collaborare per costruire il bene comune”.

“La Chiesa non si schiera per una parte politica ma auspica che i cattolici presenti nei vari schieramenti sappiano testimoniare con coerenza i valori che li animano”: è il pensiero di mons. Betori che ha anche risposto a una domanda su certe candidature discusse. “Ognuno ha diritto ad essere considerato innocente fino al giudizio definitivo – ha ribadito -. Piuttosto la scelta di candidare persone con procedimenti aperti è da considerarsi una scelta tipicamente politica che non compete ai vescovi di valutare”.

“Il no netto all’aborto da sempre ha fatto la differenza, per i cristiani, rispetto alla società”, ha detto ancora mons. Giuseppe Betori, durante la conferenza stampa. Il “no” all’aborto, ha proseguito Betori rispondendo alle domande dei giornalisti, “è stato vissuto nei secoli e si è espresso con testimonianze molto diversificate. Fino alle ruote, che hanno espresso e possono esprimere ancora oggi un modo per venire incontro alle esigenze delle donne”. Quello a favore della vita è dunque per la Cei “un valore che trascende ogni tipo di impegno”.

“Non penso che il problema dell’aborto – ha aggiunto Betori – possa essere risolto solo in chiave sociale, sia con una legge, sia attraverso espressioni politiche: tutto può convergere per affermare il principio della tutela della vita, e tutto può essere d’aiuto per pronunciare un no all’aborto, in questo momento”. Riferendosi poi al modo in cui alcuni media hanno interpretato recenti tragiche vicende di cronaca legate all’aborto, Betori ha commentato: “Mi ha fatto molto male leggere di chi pensa di attribuire al no all’aborto certi comportamenti, che sono l’esito di una mentalità abortista senza confini. È proprio una mentalità abortista senza confini che crede che le modalità della legge vadano travalicate”.

“Occorre che quanto prima il Parlamento attui una riforma elettorale per ridare il reale potere di scelta ai cittadini”, ha detto mons. Betori riflettendo sul ruolo delle “Reti” avviate in campo cattolico, cioè il Forum delle famiglie, Retinopera e Scienza e Vita. È molto importante che i cittadini tornino ad avere una reale possibilità di scelta, che si collega al tema delle liste bloccate e che consentirebbe compiutamente di collegare i programmi con i valori in gioco alla indicazione delle persone chiamate ad attuarli”.

Sir