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MONS. CROCIATA (CEI) AI FARMACISTI CATTOLICI: SI’ ALLOBIEZIONE DI COSCIENZA

“La questione dell’obiezione di coscienza nasce dal conflitto interiore dell’uomo posto di fronte all’alternativa, a volte lacerante, fra il comando della legge, che imporrebbe una determinata azione, e l’imperativo della propria coscienza – rispondente a motivazioni religiose, ma anche etiche o ideologiche – secondo cui quella azione risulta inaccettabile”: lo ha detto stamane a Roma, intervenendo al convegno dell’Unione Cattolica Farmacisti Italiani (Ucfi) su “L’obiezione di coscienza del farmacista tra diritto e dovere”, il Segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. “Il riconoscimento della possibilità di appellarsi alla ‘clausola di coscienza’ – ha aggiunto – è diretto appunto a superare tale conflitto interiore tra coscienza individuale e obbligo legale. Cercando di evitare gli esiti insanabili e gravissimi che derivano da una legge ingiusta di cui sia destinatario, l’obiettore ‘dicendo di no alla legge intende dire di sì al diritto’”. Mons. Crociata ha poi ricordato che “tradizionalmente la possibilità dell’obiezione di coscienza è stata riconosciuta con riguardo al servizio di leva obbligatorio e agli interventi diretti all’interruzione volontaria di gravidanza .. Sono casi emblematici perché, pur nella loro diversità, appaiono entrambi legati direttamente al fondamentale principio del non uccidere”.“In questo quadro – ha proseguito mons. Crociata – si colloca anche la questione del diritto-dovere dei farmacisti all’obiezione di coscienza, che viene oggi in discussione sia di fronte a taluni farmaci abortivi (come la RU486, per i farmacisti ospedalieri) o potenzialmente abortivi, quale in concreto la cosiddetta pillola del giorno dopo, sia di fronte a taluni sviluppi (o meglio involuzioni) che si profilano in materia di fine vita, considerato che in alcuni paesi europei, come ad esempio in Belgio, risulta già in vendita nelle farmacie un kit eutanasico”. Il vescovo ha affermato che “in Italia il problema è avvertito soprattutto riguardo alla vendita della cosiddetta pillola del giorno dopo. Infatti, sebbene l’autorizzazione ministeriale all’immissione in commercio della specialità medicinale Norlevo abbia qualificato tale prodotto come ‘contraccettivo d’emergenza’, in base alle evidenze scientifiche disponibili non si può escludere la concreta possibilità di un’azione post-fertilizzativa del farmaco stesso”. Emerge così – ha aggiunto – “il rischio di una ulteriore banalizzazione del valore della vita, con l’incremento di una mentalità secondo cui l’aborto stesso finisce per essere considerato un anticoncezionale”.Sir