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MONS. CROCIATA (CEI): CHIESA MAI AVALLATO ABUSO POTERE ISTITUZIONALE

(ASCA) – Conegliano (TV) – “In questo momento noi dobbiamo ricordare che ciò che è immorale è immorale, e che lo stravolgimento delle istituzioni è stravolgimento delle istituzioni”. Lo ha detto monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, rispondendo ad alcune domande sulla valutazione che la Chiesa dà dell’attuale momento politico e istituzionale. Domande rivoltegli dal pubblico di un convegno della diocesi di Vittorio Veneto sul 150° dell’Unità d’Italia e la questione meridionale. A chi gli chiedeva perché i vescovi non sono stati più decisi nei loro giudizi sui comportamenti del presidente del Consiglio, Berlusconi, Crociata ha aggiunto: “C’é bisogno di fare proclami o di dirlo ad alta voce? Come se noi non avessimo dato un minimo segnale, noi come chiesa, come credenti. Come se noi avessimo dato adito a pensare che le istituzioni possano essere usate le une contro le altre o che una certa condotta morale sia legittima, o che abusare del proprio potere istituzionale sia legittimo”. “Io vi invito a placare i nostri animi, perché certo ardore è inopportuno – ha detto ancora il segretario della Cei ai numerosi presenti in teatro Toniolo, a Conegliano – perché non ci aiuta ad orientarci bene”.In Italia, da troppo tempo “i toni sono sempre alti, il rispetto delle persone non c’é e non si riesce a trovare un clima di pacificazione”, ha aggiunto monsignor Mariano Crociata, rispondendo a domande del pubblico sull’attuale momento politico. Rivolto ai presenti, che dimostravano tutto il loro disagio per quanto accade nel mondo politico, Crociata ha aggiunto: “Se affrontiamo nella loro particolarità questi temi siamo condannati a rimanerne avvolti senza poterne uscire. Nel grande e nel piccolo del nostro paese ormai ci sono delle prese di posizione per partito preso; è diventata una questione di interesse, ognuno difende il suo e in questa direzione nessuno è disposto a fermarsi”. Poi il segretario della Cei si è chiesto: “Vogliamo schierarci anche noi per fare parte della bagarre? Liberi di farlo, ma è questo il servizio e la missione della Chiesa? Il problema, secondo me, è la qualità del nostro giudizio di credenti, del nostro discernimento cristiano”. “Voi dite – ha aggiunto monsignor Crociata sempre rivolto al pubblico – che io sto girando attorno alla cosa e faccio discorsi retorici. Il problema è che finché il nostro pensiero è dettato da ciò che dice la televisione e da quello che leggiamo sui giornali, noi non abbiamo niente da dire, siamo parte dello spettacolo, magari comparse di ultima fila. Io credo che noi quando facciamo certi ragionamenti non facciamo altro che dare voce a quel pensiero che ci ha pervaso, noi lo abbiamo assorbito”. E a proposito di giudizi, monsignor Crociata ha specificato: “Noi siamo Chiesa. E ciò significa che i criteri di giudizio su ciò che accade non ce li danno i giornali che compriamo. Dobbiamo capire e conoscere ciò che accade, le notizie che certo non sono pure bensì interpretate”. Dopo aver sottolineato che in momenti così delicati è indispensabile prestare la “massima attenzione” a ciò che accade, perché “nei momenti di grande confusione e di alte grida, gli animi si scaldano e il giudizio rischia di appannarsi, ardiamo per la causa della verità ma ardiamo per una causa inutile non per la causa del Vangelo anche se le parole che usiamo e le questioni in gioco sono estremamente serie”. Da qui l’invito “a non andare subito a conclusioni affrettate, magari tirando in ballo grandi parole. Oggi tutto è diventato complicato, non sempre le parole sono automaticamente moneta buona; bisogna sapere cosa c’é dentro la moneta”.