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MOSCHEA PADOVA, DOCUMENTO DELLA DIOCESI: UNA OCCASIONE PER IMPARARE A VIVERE INSIEME

Una volta “garantita la legittimità e l’osservanza delle leggi e delle procedure”, la questione della moschea a Padova può diventare “un’occasione” per i cittadini di “imparare a vivere insieme pur nella diversità” e quindi “un’occasione di crescita”. E’ quanto si legge nel documento che la diocesi di Padova ha diffuso per dare – così si legge nel titolo – “Un contributo della Chiesa di Padova alla riflessione sui luoghi di culto musulmani”. “Siamo convinti – si legge nel documento – che la discussione sulla moschea a Padova non possa ridursi a uno scontro tra posizioni ideologiche o tra appartenenze politiche con finalità di potere. La questione della Moschea è prima di tutto un problema culturale complesso e pone a tema il rapporto della città e delle nostre comunità cristiane con una realtà sociale, culturale e religiosa ‘diversa’ e relativamente nuova”. La diocesi ricorda che “il diritto di ogni persona e di ogni gruppo sociale alla libertà religiosa, sancito dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti dell’uomo” ed aggiunge: “il rispetto delle persone passa anche attraverso il rispetto di questo diritto umano fondamentale, che costituisce pertanto un dovere per i singoli e le comunità. Un diritto-dovere che spetta alle autorità politiche e amministrative tutelare”. Secondo la diocesi, il caso specifico in discussione a Padova “non rimane nell’ambito strettamente religioso” ma è anche “di natura culturale e sociale” perché “riguarda la convivenza tra realtà diverse presenti nella stessa città”. La diocesi auspica pertanto che “i responsabili di queste decisioni” agiscano “con prudenza” e siano guidati dalla volontà di “favorire un clima di concordia e di pace”. Per questo motivo, secondo la Chiesa di Padova, “non è fuori luogo né lesivo della libertà religiosa, che le autorità competenti chiedano – e rendano note alla città – garanzie sulla rappresentatività, le attività, i finanziamenti e i soggetti responsabili di questi nuovi centri di aggregazione e di preghiera. Il tutto nel rispetto del principio della legalità e delle esigenze di ordine pubblico”. “Come Chiesa – si legge ancora nel documento – sollecitiamo l’attenzione sul principio di una fattiva reciprocità: il diritto-dovere al rispetto della libertà religiosa riguarda tutti e quindi deve essere riconosciuto e rispettato anche dai musulmani nei confronti, per esempio, di chi sceglie di diventare cristiano”. Dai credenti musulmani, la diocesi di attende pertanto “un’assunzione di responsabilità”, “convinti che un vero inserimento si attui grazie all’acquisizione convinta dei doveri civili e a relazioni ispirate al reale desiderio di una società comune”.Sir