Italia

Mafia: don Ciotti (Libera), rafforzare agenzia nazionale beni confiscati

Durante la Conferenza Libera ha presentato il primo censimento sulle buone prassi di utilizzo dei beni confiscati: sono 395 le realtà sociali censite non aderenti alla rete di Libera e che sono assegnatari di beni confiscati nel nostro Paese. Il 65,8% delle 395 realtà censite da Libera si trova nel Sud Italia, il 25% nel Nord e il 9% nel centro Italia. La regione con il maggior numero di esperienze positive è la Sicilia, con 99 buone prassi, seguita dalla Lombardia, con 75 realtà sociali, mentre terza è la Campania, con 64.

Per quanto riguarda gli ambiti di settore, nel 22% dei casi le realtà sociali operano in attività per minori, il 13,4% operano con diversamente abili, il 13% nel reinserimento lavorativo, il 5,8% con soggetti farmacodipendenti, il 4% con anziani e migranti e il 2,7% con donne soggette a violenza; il restante 29,6% operano in altri settori. Don Ciotti nel suo intervento, ricordando il Prefetto Fulvio Sodano scomparso il 27 febbraio, ha ribadito che “la confisca è lo strumento più valido per aggredire i patrimoni mafiosi. Abbiamo bisogno di una normativa senza inutili orpelli che la appesantiscano. Se non c’è uno scatto deciso anche contro la corruzione non andremo avanti, a volte si muore di troppa prudenza. La situazione del nostro Paese non può più attendere, è un problema di giustizia sociale. Secondo gli ultimi dati dell‘Agenzia nazionale Beni sequestrati riferiti al 7 gennaio 2013 sono 12.946 i beni confiscati in Italia, di cui 11.238 immobili e 1.708 aziende. Le prime sei regioni per presenza di beni confiscati sono: Sicilia con 5.515 beni; Campania, con 1.918; Calabria con 1.811; Lombardia con 1.186; Puglia con 1.126 e Lazio con 645. Durante la giornata Libera ha presentato anche due nuove campagne sui beni confiscati: “Libera il Welfare: i beni confiscati per l‘inclusione sociale” e “Impresa bene comune: il made in Italy dell‘antimafia”.