Italia

Manifestazione 20 giugno: Gandolfini (portavoce), in piazza per «il diritto a educare»

Famiglie che scendono in piazza per la famiglia: sarà questo la manifestazione nazionale che il Comitato «Difendiamo i nostri figli» promuove domani in piazza San Giovanni a Roma (ore 15,30) con l’obiettivo di «riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la ‘colonizzazione ideologica’ della teoria Gender nelle scuole e nel Parlamento», e per «bloccare sul nascere il ddl Cirinnà che consentirebbe in prospettiva l’adozione e la pratica dell’utero in affitto per le coppie dello stesso sesso».

Lo ha ribadito oggi in conferenza stampa alla Camera dei deputati il neurochirurgo Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato nato solo 18 giorni per dare l’opportunità alle famiglie di «far sentire forte la propria voce che non arriva alle orecchie del Palazzo». Una «mobilitazione dal basso: non sigle, ma mamme, papà, bambini e nonni» per dare in tempi strettissimi un segnale forte alla politica prima che vengano approvate leggi che Gandolfini definisce «azzardate». Anzitutto il ddl Cirinnà sul quale, spiega, «il governo ha fatto slittare il parere alla prossima settimana, dopo di che inizierà la discussione di oltre 2000 emendamenti». Ma destano preoccupazione anche «i ddl Scalfarotto sull’omofobia e Fedeli sull’educazione di genere obbligatoria nelle scuole».

La piazza di domani «sarà un punto di partenza, una sorta di start up per un grande lavoro culturale», peraltro già avviato nei 258 incontri e conferenze tenuti negli ultimi due anni e mezzo su tutto il territorio nazionale dal neurochirurgo Massimo Gandolfini e dagli altri membri del Comitato «Difendiamo i nostri figli». Gandolfini, portavoce del Comitato, ha ribadito il no delle famiglie alla colonizzazione ideologica del gender «introdotto surrettiziamente nelle scuole di ogni ordine e grado, teoria assolutamente priva di fondamento scientifico», e ha messo in guardia da aspetti inquietanti, come la masturbazione infantile precoce, contenuti in quello che viene considerato il «testo base» per l’educazione sessuale nel nostro continente: gli «Standard per l’educazione sessuale in Europa», elaborati nel 2010 dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms e dal Bzga (Centro federale per l’educazione alla salute della Germania). «Abbiamo intercettato – avverte – una linea di informazione alla quale ci opponiamo con fermezza».

La manifestazione di famiglie «non vuol dire che non debbano essere riconosciuti diritti alle persone omossessuali, ma che il riconoscimento di tali diritti non deve costituire il pretesto per l’equiparazione delle unioni civili al modello della famiglia naturale sancito dalla Costituzione». Sgombra subito il campo da possibili equivoci e strumentalizzazioni Massimo Gandolfini. Presentando oggi l’iniziativa, aggiunge: «Il supremo interesse del bambino è crescere all’interno di una famiglia con un papà maschio e una mamma femmina. Ritenere che possa essere educato all’indifferentismo sessuale è un grave torto ai suoi diritti». L’identità sessuata su base biologica, il ddl Fedeli e l’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole, la pratica dell’utero in affitto saranno tra i temi della manifestazione di domani che verrà aperta alle 15.30 da Gandolfini e vedrà, tra l’altro, la testimonianza di famiglie che hanno vissuto sulla propria pelle i tentativi di indottrinamento gender nelle scuole dei loro figli.

Alla manifestazione è pervenuto il sostegno di monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, che in un messaggio che verrà letto domani ha augurato «pieno successo» all’iniziativa «con la certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell‘ intera umanità». Appoggio, dice Gandolfini, arrivato anche dal cardinale Bassetti e da alcuni vescovi.

Sul palco anche Costanza Miriano, Mario Adinolfi, Gianfranco Amato, Alfredo Mantovano, Simone Pillon. L’ultimo a prendere la parola, prima delle conclusioni di Gandolfini, sarà Kiko Arguello, iniziatore del Cammino neocatecumenale (presente in piazza con numerose famiglie), ma a testimoniare la trasversalità dell’iniziativa saranno rappresentanti dei diversi gruppi etnici presenti a Roma e di organizzazioni laiche, cristiane e di altre fedi, dal mondo islamico ed ebraico, fino alla comunità indiana dei Sikh. Interverranno anche i responsabili delle confessioni protestanti.

All’iniziativa hanno aderito anche diversi politici, mentre si è costituito in questi giorni un «Comitato parlamentare per la famiglia» che vede l’alleanza trasversale di un centinaio tra deputati e senatori di Area popolare, Forza Italia, Lega e gruppo misto Per l’Italia.