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Matrimoni: Istat, “nel 2020 crollati per la pandemia nozze, unioni civili, separazioni e divorzi”

“In oltre quarant’anni di calo della nuzialità, si sono verificate solo brevi oscillazioni legate soprattutto a periodi di anticipazione o posticipazione delle nozze”, segnala l’Istituto di statistica.

Assumendo come riferimento il 2008, i matrimoni tra celibi e nubili sono passati da 212mila a poco più di 146mila. Nel 2019 si registra un nuovo minimo relativo delle prime nozze rispetto a quello osservato nel 2017 (152.500). Nella maggior parte dei casi i primi matrimoni riguardano sposi entrambi italiani (84,5%), in forte flessione rispetto al 2008: da 185.749 a 123.509 nel 2019 (-33,5%). “Il calo dei primi matrimoni è da mettere in relazione in parte con la progressiva diffusione delle libere unioni (convivenze more uxorio) che sono più che quadruplicate dal 1998-1999 al 2018-2019, passando da circa 340mila a 1 milione 370mila. L’incremento dipende prevalentemente dalla crescita delle libere unioni di celibi e nubili (da 150mila a 834mila circa)”.

Le libere unioni sono sempre più diffuse anche nel caso di famiglie con figli; l’incidenza di bambini nati fuori del matrimonio è in continuo aumento: nel 2019 un nato su tre ha genitori non coniugati.

Sono in continuo aumento anche le convivenze prematrimoniali, che “possono avere un effetto sul rinvio delle nozze a età più mature. Ma è soprattutto la protratta permanenza dei giovani nella famiglia di origine a determinare il rinvio delle prime nozze”.

“L’analisi del primo semestre 2020, seppur basata su dati ancora provvisori, consente di misurare l’impatto della pandemia da Covid-19 su matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi, che registrano tutti un crollo”. Per i matrimoni, il calo risulta confermato anche considerando i primi dati disponibili in via provvisoria per il periodo gennaio-ottobre.

“Alcune misure di contenimento della pandemia hanno riguardato l’intero anno e via via si sono radicalizzati problemi legati all’occupazione e alla crisi economica in atto i cui effetti sui comportamenti demografici e familiari si potranno esplicare anche negli anni a venire”, osserva l’Istituto di statistica. Nel primo trimestre 2020, che ha scontato gli effetti della pandemia solo limitatamente al mese di marzo, la diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 risulta del 20% circa per matrimoni, unioni civili, separazioni consensuali presso i Tribunali. Scende al 16% per separazioni e divorzi consensuali extragiudiziali (presso i Comuni o con avvocati) e per i divorzi consensuali presso i Tribunali; appare, invece, più contenuta per le separazioni e i divorzi giudiziali presso i Tribunali (rispettivamente -11% e -13%).

Il vero crollo si delinea nel secondo trimestre proprio per via delle “pesanti restrizioni relative alla celebrazione dei matrimoni religiosi durante il lockdown, così come per quelle finalizzate a ridurre gli eventi di stato civile che hanno luogo nei Comuni”. La diminuzione rispetto al secondo trimestre 2019 è stata di circa 80% per i matrimoni, di circa 60% per le unioni civili e le separazioni/divorzi consensuali presso i comuni e i tribunali. Le separazioni e i divorzi giudiziali, invece, diminuiscono rispettivamente di circa il 40% e il 49%. Per separazioni e divorzi presso i Tribunali il calo, seppur consistente, è stata mitigato dalla possibilità offerta da alcuni Tribunali, nel periodo di emergenza Covid-19, di optare per modalità virtuali con collegamento da remoto o anche con sola trattazione scritta senza una vera e propria udienza.