Italia

Mcl: Costalli, «Italia paga assenza politica industriale che sappia guardare lontano»

«Il Movimento cristiano lavoratori in questo periodo sta vivendo una nuova fase di impegno e di testimonianza evangelica, ma soprattutto di lettura della realtà sociale nella quale viviamo per trovare i modi di risposta ai bisogni che quotidianamente emergono». Lo ha affermato Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), ieri pomeriggio, a Roma, durante la visita di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, recatosi presso la sede nazionale di Mcl per incontrare la presidenza e i dirigenti dei servizi, alla presenza dell’assistente ecclesiastico nazionale, don Francesco Poli.

Costalli, nell’illustrare a mons. Russo gli impegni presenti e futuri, sia in Italia che all’estero, nei Balcani, nell’area del Mediterraneo, ha sottolineato la particolare attenzione rivolta ai giovani, alle famiglie, e alle attività formative, «che devono essere sempre accompagnate da opere concrete, perché se separate non danno una prospettiva, un’identità, non aggregano». Secondo il presidente «i cattolici sono delusi dalla politica, amareggiati», per questo uno dei compiti del Movimento «è ridare speranza soprattutto ai giovani, con una presenza attiva e di vicinanza a livello locale».

«L’Italia – ha aggiunto – paga più di altri una crisi internazionale che è durata dieci anni. Paga perché non ha una strategia complessiva. Il lavoro non si crea per decreto. Bisogna porre le condizioni perché le aziende investano e rimangano sul territorio». «Il problema è che non abbiamo più una classe politica che guarda lontano e che ha una visione. Guarda al sondaggio del giorno dopo. E questo è il limite più grande che abbiamo e di cui l’Ilva e Alitalia ne sono la dimostrazione», ha concluso.