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Migranti: Mattarella, «dovere morale salvare vite umane e cancellare ignobile traffico di esseri umani»

«La solidarietà è il valore fondante dell’Unione, è il motivo che ha fatto avviare il processo di integrazione settant’anni fa, ed è il motivo dell’ampliamento che si è progressivamente realizzato nell’integrazione. L’alternativa alla solidarietà tra Paesi o tra persone nel nostro continente, come altrove, rischia di essere soltanto quella che si esprime – come ieri davanti alla Sinagoga di Halle, o come tante volte è avvenuto in Paesi del nostro e di altri continenti – con la violenza terroristica e con l’odio vicendevole». Lo ha affermato questa mattina ad Atene il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla prima sessione di lavoro della XV Riunione informale dei Capi di Stato del Gruppo Arraiolos.

L’Unione europea, ha ribadito il Capo dello Stato, «è anzitutto una comunità di valori, non è un comitato di interessi». «Se l’Unione si riducesse a una comunità di interessi, il legame che la tiene insieme non reggerebbe a lungo senza il continuo riferimento – di interpretazione, di fatti, di avvenimenti, di comportamenti e di guida – alla solidarietà», il monito di Mattarella.

«L’integrazione economico-finanziaria per l’Unione è sempre stato un terreno fondamentale e impervio, caratterizzato da sperimentazioni costanti. L’unione economica e monetaria è una sorta di cartina tornasole, di elemento di valutazione della condizione della costruzione europea e indica, in realtà, la fragilità di questa costruzione», ha osservato Sergio Mattarella, nel suo intervento. Il Capo dello Stato ha rilevato come «gli ultimi anni hanno manifestato come l’unione economica e monetaria nell’Unione sia un cantiere aperto: la sua architettura ha bisogno di essere completata, consolidata con la stabilità economica e il benessere per i nostri cittadini, facciano parte o non della zona dell’euro, perché le economie sono strettamente intrecciate».

Superare diffidenze reciproche. «Di fronte a un orizzonte internazionale che volge verso prospettive negative, con grandi tensioni commerciali crescenti e con una congiuntura economica che evolve negativamente», per Mattarella «la dicotomia che sovente viene sottolineata nella vita dell’Unione, tra riduzione dei rischi e condivisione dei rischi, è artificiale». «Le due esigenze, i due obiettivi, in realtà, si rafforzano l’un l’altro», ha sottolineato, aggiungendo che «dobbiamo sforzarci di superare le diffidenze reciproche e capire che su questo piano, su questo tema, con la riforma dell’unione economica e monetaria e il suo completamento si ha l’occasione per mettere in campo il valore aggiunto dell’integrazione e dell’unione europea».

Nell’Unione europea – ha detto il Capo dello Stato – «credo che occorra sviluppare una politica fiscale che abbia una duplice finalità: nel breve periodo quella di stabilizzazione e, nel medio-lungo periodo, quella di crescita. Quest’ultima richiede investimenti in settori fondamentali: le infrastrutture fisiche e informatiche, la ricerca, la transizione energetica, l’intelligenza artificiale». Per il Capo dello Stato «c’è una dimostrazione inequivocabile dell’esigenza di integrazione crescente. Nel mondo non c’è più alcuna impresa europea che compaia ai primi posti nelle aziende con maggiore capitalizzazione», ha ammonito: «Questo significa che occorre recuperare da parte dell’Unione un ruolo che l’architettura incompleta sul piano economico e finanziario non le consente ancora». «Completare questa architettura – ha spiegato – significa anche sviluppare un sistema di garanzie sociali. Non in tutti i Paesi la disoccupazione è un problema. In molti Paesi lo è ancora fortemente. Ma in tutti i Paesi, o in quasi tutti, in questi anni sono cresciute le diseguaglianze e questo contribuisce a creare una condizione di insicurezza e di incertezza percepita da molti nostri concittadini». Mattarella ha auspicato «che l’avvio di questo nuovo ciclo istituzionale dell’Unione rafforzi ulteriormente l’attenzione verso la dimensione sociale dell’Unione dando concretezza al pilastro europeo dei diritti sociali. Soltanto così si può recuperare anche – come sta avvenendo, per fortuna – in maniera massiccia il consenso dei cittadini europei nei confronti dell’Unione».

Rispetto ai flussi migratori «rimane anzitutto il dovere morale di salvare vite umane e quello di cancellare questo ignobile traffico di esseri umani che è un costante rimprovero alle nostre coscienze». Per il Capo dello Stato «dobbiamo insieme costruire strumenti adeguati per una gestione comune del fenomeno, naturalmente una gestione sostenibile dai vari Paesi, dall’Unione nel suo complesso, ma una gestione comune; non la rimozione del problema o il tirarsene fuori perché questo esporrebbe l’Europa nei prossimi decenni a essere travolta dal fenomeno migratorio. Non soltanto i Paesi di primo ingresso, ma tutti i Paesi dell’Unione», ha ammonito Mattarella. «Occorre una gestione sostenibile, certamente, ma che sia una gestione comune, che abbia la capacità di affrontare e governare il fenomeno», ha proseguito il presidente, secondo cui «sono proprio i grandi numeri che ci ricordano che il fenomeno va affrontato per governarlo, perché se non viene governato diventerà una condizione che travolgerà qualunque equilibrio nel nostro continente».