Italia

Migranti: le Ong chiedono a governo e parlamento di aderire al Global compact

Nei giorni scorsi l’Italia ha annunciato che non prenderà parte all’incontro, rimandando alla decisione del Parlamento la sottoscrizione o meno del Global Compact delle Nazioni Unite. Il Coordinamento italiano Ong internazionali (Cini) e l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi) esprimono oggi «rammarico rispetto a tale posizionamento, determinando questo un cambiamento nella linea italiana finora comunicata a livello internazionale, non da ultima durante la partecipazione del presidente del Consiglio Conte alla 73ª Assemblea generale delle Nazioni Unite lo scorso 26 settembre 2018».

Cini e Aoi intendono allo stesso tempo manifestare piena fiducia al parlamento, «a cui spetterà ora il voto circa il sostegno italiano al Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare, una decisione fondamentale, che permetterebbe agli Stati membri dell’Onu  di assicurare – per la prima volta nella storia – una risposta condivisa e coordinata al tema delle migrazioni». L’accordo mira a «stabilire principi, impegni e intese tra gli Stati in materia di migrazione internazionale; rafforzare il coordinamento intergovernativo rispetto ai fenomeni migratori; sviluppare politiche condivise di cooperazione internazionale».

«Adottare il Global Compact – sottolineano – significa che nessuno Stato verrà lasciato solo, in particolare quelli che hanno maggiormente a che fare con grandi pressioni migratorie». Le Ong ricordano che la sua adozione «non pregiudica in nessun modo l’applicazione del diritto sovrano degli Stati di determinare le proprie politiche migratorie, né di controllare i propri confini esterni» e «non implica di per sé nessun obbligo aggiuntivo rispetto a quanto già previsto dal diritto internazionale». «Mai come oggi – affermano – riteniamo necessario un rafforzamento della cooperazione tra Paesi per garantire un’efficace ed umana gestione dei fenomeni migratori, in particolare per quanto riguarda le categorie più vulnerabili, inclusi i minori, in particolare se separati dalle proprie famiglie o non accompagnati».