Italia

Minacce a don Ciotti: Cei, «vicinanza» e «stima»

«‘Per fedeltà al Vangelo’ – ricorda la Cei – don Luigi Ciotti ha promosso con il gruppo ‘Abele’ prima e poi con ‘Libera’ un percorso di educazione al bene contro ogni forma di ingiustizia e di corruzione. La sua azione coraggiosa e intelligente si è allargata ai tanti volti del degrado e del disagio sociale: dalla lotta alla criminalità organizzata fino alla cura da varie forme di dipendenza (da gioco, da usura). Grazie alla crescente partecipazione di tanti uomini e donne di buona volontà l’illegalità non è stata solo una questione da esibire, ma un impegno da provare. I beni confiscati e il loro riutilizzo sociale sono da questo punto di vista un eloquente esercizio di legalità per riscoprire il senso del bene comune».

«La Chiesa italiana che in questi anni non ha mancato di far sentire la sua voce per educare alla legalità – si legge nella nota diffusa oggi dalla Cei – conferma la sua vicinanza e la sua stima per don Luigi in un momento in cui viene fatto oggetto di gratuite intimidazioni e rinnova l’augurio che – sul suo esempio – si trasformino luoghi e situazioni di violenza e di morte in contesti e azioni di vita nuova e di speranza». In questo modo, ribadisce la Cei, «la Chiesa continua a svolgere la sua missione». Infatti, come affermato da papa Francesco lo scorso 21 marzo: «È una Chiesa che ‘interferisce’, denunciando senza remore l’incompatibilità tra mafie e Vangelo. E che non dimentica che la denuncia seria, attenta, documentata è annuncio di salvezza. Anche a costo della vita». «Come dimostrato – conclude la Cei – dal beato don Puglisi e da don Diana. Insieme a tanti vescovi e preti che per lo più nell’anonimato continuano a lavorare per una società più umana, secondo il Vangelo di Gesù Cristo».