Italia

Minori: in Italia 30 mila bambini e ragazzi fuori da famiglia origine

Sono circa 30 mila i bambini e ragazzi di minore età che al 31 dicembre 2010 si trovavano fuori dalla famiglia di origine, ospitati da famiglie affidatarie o da strutture di accoglienza per almeno cinque giorni a settimana. In termini assoluti circa un bambino ogni mille famiglie. Sono questi alcuni dei dati contenuti nell’indagine «Bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia di origine – Affidamenti familiari e collocamenti in comunità», realizzata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Eppure l’Italia è uno dei paesi in cui l’incidenza degli allontanamenti è più bassa. In Germania, Francia e Regno Unito, ad esempio, risulta più che doppia.

Rispetto al 1998, gli affidi e l’accoglienza in strutture sono andati aumentando, pur mantenendo un trend stabile negli ultimi anni. Cresce l’affidamento familiare ma non a discapito del collocamento in comunità, che resta sostanzialmente invariato a causa della maggiore presenza di minori stranieri. Nel 37% dei casi il motivo dell’accoglienza è dovuto all’inadeguatezza familiare, legata principalmente alle condizioni di povertà in cui versa la famiglia di origine. «Obiettivo dell’ indagine è favorire una conoscenza più ampia e puntuale del fenomeno, al fine di programmare politiche di settore sempre più appropriate – ha sottolineato il Sottosegretario con delega alle politiche sociali Maria Cecilia Guerra nel corso della conferenza stampa di presentazione – Lo strumento dell’allontanamento va pensato come temporaneo, non finalizzato quindi alla separazione ma al reinserimento del minore nella sua famiglia di origine. Il punto cruciale è prendere in considerazione il “supremo interesse del bambino”: per ogni bimbo, con la sua storia, occorre definire un intervento personalizzato, che va costruito in interazione con altri soggetti – fra cui la famiglia di origine e ovviamente quella di affido – perché ciò consente di seguire i cambiamenti e di verificare se si realizzano le condizioni che consentono il reinserimento, e quindi il superamento del problema, che non va considerato mai ineluttabile».

Il secondo documento presentato, «Linee di indirizzo per l’affidamento familiare», contiene invece raccomandazioni tecnico-politiche finalizzate a promuovere e sostenere l’affidamento come modalità di tutela e protezione del bambino. Le Linee di indirizzo si inseriscono nel progetto nazionale «Un percorso nell’affido», attivato nel 2008 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Servizi Affido, il Dipartimento per le Politiche della famiglia, la Conferenza delle Regioni e Province autonome, l’UPI, l’ANCI e il Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza. Obiettivo prioritario del progetto è stimolare l’apertura delle famiglie e della comunità all’affidamento familiare, consolidando o costituendo servizi di supporto in grado di sostenere le famiglie ed i bambini durante l’esperienza.