Italia

Morte Rita Borsellino: mons. Lorefice (Palermo), «donna dal cuore limpido»

«Quando mi è giunta la notizia ho provato un sentimento interiore, una sorta di solitudine e mi sono detto: ora a Palermo siamo più soli». Un momento al quale mons. Lorefice ha contrapposto il ricordo dello sguardo di Rita Borsellino, il 19 luglio scorso, anniversario della strage in via d’Amelio, in cui perse la vita il fratello Paolo.

«Lei stessa ha voluto la benedizione di quella targa sotto quell’albero di ulivo (sul luogo della strage, ndr), che parla come un segno. Il 19 luglio scorso disse in una intervista che il modo migliore per ricordare Paolo Borsellino è fare memoria nell’opera quotidiana». Quindi, il presule ha ricordato che «Rita ha fatto suo il testamento morale di Paolo Borsellino. Lotta alla mafia non deve essere solo distaccata opera di repressione ma movimento culturale che coinvolga le giovani generazioni», ha ribadito Lorefice citando il giudice ucciso dalla mafia. Poi, le beatitudini «cui Rita attingeva e attinge ogni cristiano».

«Mi sono scontrato così con le beatitudini che rendono la logica di Dio così diversa da quella degli uomini – ha detto il presule -. Rita è stata una donna che guarda la storia con gli occhi di Dio, alla luce delle beatitudini». Diverse le caratteristiche del cuore di Rita Borsellino indicate da Lorefice: «limpido, non doppio, non avvezzo al compromesso, all’idolatria del denaro». «Da Rita possiamo imparare qualcosa dell’umilità e dell’audacia della fede», ha ribadito l’arcivescovo ricordando anche i «mille dubbi che si porta, le mille domande e le attese di giustizia».