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NAUFRAGIO A LAMPEDUSA: MONS. MONTENEGRO (AGRIGENTO), «TUTTI RESPONSABILI»

«L’uomo non può morire perché vuole vivere». Così mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, commenta l’ennesima tragedia del mare registratasi a poche miglia dalle coste agrigentine. «Non è facile parlare di quali sentimenti una tragedia come quella che si è registrata al largo delle coste di Lampedusa faccia sorgere, già altre volte ci siamo trovati in una situazione del genere e ho l’impressione che oggi l’unica manifestazione possibile dei sentimenti che si provano sia il silenzio, perché il silenzio è anche un grido, il grido di chi si sente disarmato, di chi è arrabbiato. Oggi sentiamo tanto parlare di diritti umani e poi permettiamo che tanti uomini, e se la parola uomini ci lascia indifferenti, tante donne, tanti bambini, debbano morire perché desiderano una vita migliore».

L’arcivescovo si dice «davvero offeso come uomo nel pensare che altri uomini debbano essere lasciati morire così». E poi, riferendosi alle tante morti avvenute nel canale di Sicilia, aggiunge: «Non si contano più quanti hanno perso la vita nel Mediterraneo, e lascia basiti vedere che queste esistenze vengano poi considerate dalla stampa, dalla gente comune, soltanto dei numeri; un mondo basato sui numeri non potrà mai essere un mondo umano, ma un mondo nel quale ognuno può schiacciare l’altro. Di queste morti – conclude mons. Montenegro – siamo un po’ tutti responsabili per la nostra indifferenza, il nostro andare contro alla loro voglia di un futuro migliore, il nostro sopportarli». (Sir)