Italia

Neonata abbandonata a Trieste: Griffini (Aibi), «diffondere le culle per la vita»

«Se ci fosse stata una culla per la vita nel suo quartiere – precisa Griffini – la bambina sarebbe ancora viva. La giovane mamma avrebbe, infatti, lasciato la neonata al caldo e al riparo nella culla, si sarebbe allontanata in tutta sicurezza senza il rischio di essere identificata e la piccola, presa in carico dal personale del 118, sarebbe stata portata in ospedale. Insomma tutto si sarebbe svolto nel modo più corretto. E si sarebbe salvata una vita». Una tragedia che si aggiunge a una lunga lista di abbandoni che attraversa tutta la penisole e continua a mietere vittime innocenti.

Per Griffini, quanto accaduto è la «punta di iceberg di un fenomeno sommerso le cui dimensioni ci sono sconosciute. Quanti bambini, infatti, vengono abbandonati e poi finiscono in ‘cattive mani’ alimentando anche un losco mercato?». «Che senso ha – aggiunge – arrestare una madre disperata? Bisogna prevenire e aiutare. Proprio con la diffusione delle culle per la vita. Per questo della morte di questa neonata siamo tutti responsabili: a Trieste non c’è neanche una culla per la vita».

Di qui la necessità di diffondere a livello capillare su tutto il territorio nazionale la culla per la vita, unica vera alternativa al parto in anonimato in ospedale. In Italia sono circa 50, tra queste quella di Aibi inaugurata lo scorso 1 dicembre 2015 a Melegnano (Milano) in una struttura  dove sono presenti costantemente operatori specializzati nel rispetto dell’anonimato della mamma.