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Nobel ai francescani di Betlemme, la proposta è ufficiale

DI GIANNI VERDISarà stato per il piccolo coro dell’Antoniano che cantava di pace, o per padre Ibrahim Faltas tornato a Pratovecchio dopo otto lunghi mesi; o forse ancora per la grande tela (8 metri per 2) di Andrea Manzuoli Ghiberti che dominava la piazza proponendo scorci di Betlemme. Tutto ha fatto sì che il feeling che unisce Pratovecchio, Montevarchi e Betlemme si sia percepito in tutta la sua importanza domenica 16 giugno, il giorno in cui da Pratovecchio, per bocca dell’onorevole Rosy Bindi, è partita la proposta di conferimento del premio Nobel per la Pace ai francescani di Betlemme (già anticipata a suo tempo dal nostro giornale). Doveva essere soprattutto una grande festa popolare e così è stato. Neanche la canicola ha impedito che Piazza Landino – cuore antico del paese – si affollasse per una domenica di pace. ORE 11: PRIMO ABBRACCIO A IBRAHIM.Per uno di quei disegni che alloggiano solo nella mente divina, alla Messa delle 11 in Propositura si sono trovati fianco a fianco all’altare (per l’improvvisa malattia che ha colpito il parroco don Guido Pratesi) un frate egiziano e un prete albanese: con padre Ibrahim c’era don Marian Palocha, il primo ad essere consacrato sacerdote dopo l’uscita del cristianesimo dalla clandestinità in Albania. Nel suo piccolo, quella di domenica è stata per Pratovecchio una data storica. Notevole la partecipazione alla liturgia (anche se più di cento pratovecchini erano a Roma per l’abbraccio a padre Pio), toccante l’omelia di padre Ibrahim, narrata nell’intimità ad un popolo sempre sentito vicino. «Grazie soprattutto alla gente come voi – ha detto il francescano – per il vostro aiuto e le vostre preghiere. Molti potenti avrebbero potuto fare di più per aiutarci, solo i semplici hanno fatto davvero tutto ciò che era in loro potere». A dargli il benvenuto un ispirato, don Carlo Corazzesi, parroco della vicina Stia, che ha evocato le parole di Martin Luther King, un altro dei costruttori di pace che il secolo appena trascorso ci ha dato e portato via troppo presto. ORE 13: L’INCONTRO CON IL VESCOVO.Sciolta l’assemblea dei fedeli e in attesa del «clou» pomeridiano, l’ora del pranzo ha visto l’incontro a Lonnano di padre Ibrahim con monsignor Luciano Giovannetti, vescovo di Fiesole in visita pastorale, e con don Francesco Pasetto a fare gli onori di casa. Il sacerdote e storico altocasentinese ha in cantiere una nuova pubblicazione della quale «abuna» Ibrahim scriverà la prefazione. Nel frattempo, a Pratovecchio, la troupe della Rai effettuava il primo collegamente della giornata con il Tg regionale delle 14. Una diretta con il sindaco Angiolo Rossi per spiegare il senso della giornata di festa e della proposta del Nobel. ORE 17,00: IL PICCOLO CORO SCALDA LE VOCI.Mentre a Pratovecchio iniziavano a giungere i personaggi più attesi (gli onorevoli Bindi e Nannicini, i vescovi Giovannetti e Cetoloni, il sindaco di Montevarchi Valentini, il presidente della provincia di Arezzo Ceccarelli e così via) il Piccolo coro dell’Antoniano faceva il sound-check sul palco. La grande calura consigliava di aspettare ancora un po’ per dar modo all’ombra di Palazzo Nardi Berti di coprire almeno in parte la platea, riparando il pubblico dal sole. Arrivava anche padre Ibrahim, cercato da tutti e pronto a stringere mani, abbracciare bambini, posare per mille foto accanto a chiunque volesse farsi ritrarre con un «personaggio». Potenza della televisione, certo, ma anche il grande carisma di chi ha vissuto sulla propria pelle emozioni che difficilmente si riesce anche solo ad immaginare. ORE 18,30: INIZIA LO SHOW.Parte il coro dell’Antoniano con «Katalicammello», la prima canzone del programma: ma la musica non è ancora padrona. Intervengono infatti diversi oratori fra cui Rossi, Valentini, Ceccarelli e Giovannetti. Quando è il turno di Ibrahim Faltas la piazza si scioglie in un applauso che somiglia tanto a un abbraccio. «Grazie Pratovecchio. Viva l’Italia, nessuno ci ha aiutato come voi» è la risposta del frate, costretto a riassumere in pochi minuti le emozioni di 39 giorni per la gente che ha fame di sapere. Ora sul palco c’è Rosy Bindi, che annuncia l’inizio dell’iter burocratico che porterà alla formulazione della proposta di conferimento del Nobel per la pace a Faltas e i suoi confratelli. La gente applaude, i bambini scalpitano e la piazza diventa tutta per loro. Mentre la Rai effettua il secondo collegamento con Pratovecchio rimbombano le note di alcune canzoni–culto per i bambini di ogni età: la Vecchia Fattoria, 44 gatti, Bibidibobidibù, il Valzer del Moscerino. È la festa finale che tutti volevano, e quel sole che fino a poco fa picchiava implacabile, adesso nessuno vuole vederlo tramontare.

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