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ORA DI RELIGIONE; FIORONI: ESTENDERE A QUESTI INSEGNANTI DIRITTI-DOVERI DEGLI ALTRI

“Estendere agli insegnanti di religione tutti i diritti-doveri degli altri insegnanti”, perché “è la qualità degli insegnanti che fa la differenza tra una buona e una cattiva scuola”. E’ uno degli impegni presi dal Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, “in un’azione condivisa con la Cei”. Intervenendo oggi all’incontro nazionale dei direttori e responsabili diocesani e regionali dell’Irc, il Ministro si è soffermato sulla figura dell’insegnante di religione come “un docente organicamente inserito nei ruoli della scuola”, la cui pari dignità con gli altri insegnanti richiede di “potenziarne lo stato giuridico”, ad esempio esonerando tali docenti “dal carosello degli incarichi annuali”. “Stiamo studiando predisponendo l’immissione in ruolo del terzo contingente dei 3.060 Idr vincitori di concorso”, ha assicurato il Ministro, mentre è allo studio “l’opportunità di un secondo concorso nelle regioni in cui non si raggiunge la prevista quota del 70% degli insegnanti di ruolo”. Quanto alla proposta di attribuire per la frequenza all’ora di religione un credito scolastico agli studenti delle superiori, Fioroni ha precisato: ”Se non è possibile inserire questa norma nel Regolamento vedremo di inserirla nella prossima ordinanza sugli scrutini ed esami”.

Insegnare a “riformulare la vita in senso virtuoso” rappresenta l’unico antidoto alla “dittatura della cultura del gusto”, in base al quale “il palato diventa l’organo di conoscenza del vero e del falso, al di là del bene e del male”. Ne è convinto mons. Diego Coletti, vescovo di Como e presidente della Commissione Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, intervenuto oggi all’incontro nazionale dei direttori e responsabili diocesani e regionali dell’Irc. Il presule ha definito quello degli insegnanti di religione “un servizio a pensare e a riformulare in senso virtuoso la realtà”, in un contesto culturale in cui “cambia l’idea stessa di una carta d’identità dell’umano”, e dove “all’onnipotenza tecnologica corrisponde sempre più una radicale impotenza etica”. In un sistema educativo basato “sulla trasmissione di conoscenze per far raggiungere abilità”, secondo Coletti “l’educazione diventa indottrinamento e addestramento”: per reagire a questo “pericoloso degrado”, l’insegnante di religione deve “insegnare non tanto a sapere, ma a pensare”, formando “non tanto alla competenza su singole verità della fede, ma ad un’esperienza integrale del cristianesimo, che sta a fondamento della sua trasmissione culturale”. Sir