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OSSERVATORIO SULLA PROSTITUZIONE; CARITAS ITALIANA: RISULTATO ECCEZIONALE MA È UN PUNTO DI PARTENZA

“Il risultato per noi è eccezionale: è la prima volta che si fa un’analisi completa del fenomeno della prostituzione e della tratta in Italia e si intende il fenomeno come questione sociale e non come problema di sicurezza”. Commenta così don Giancarlo Perego, della Caritas italiana, il rapporto dell’Osservatorio sulla prostituzione e su reati ad essa connessa istituito presso il Ministero dell’Interno, presentato oggi a Roma. Alla stesura del rapporto, che contiene 32 raccomandazioni ai legislatori, tra cui quella di una maggiore tutela dei minori, hanno collaborato tutte le associazioni che operano in quest’ambito, tra cui la Caritas. “Il lavoro dell’osservatorio è un punto di partenza, non di arrivo – precisa don Perego in una intervista che verrà pubblicata sul Sir bisettimanale -. Quindi si continuerà a lavorare per non avere dei divieti, ma qualora si arrivi ai divieti, che siano accompagnati da una serie di azioni sociali ed educative molto significative, sia per i clienti, sia per le vittime”. Don Perego è soddisfatto che la questione, come annunciato dal ministro dell’interno, “non entrerà nel pacchetto sicurezza ma lavorerà più sul piano sociale e nelle attività di contrasto allo sfruttamento, insieme alle forze di polizia e alle diverse realtà associative”.

A proposito della punibilità del cliente la Caritas ritiene che “debba essere forte e decisa nei confronti di chi va con i minori. Buona quindi la proposta dell’inescusabilità dell’error aetatis delle vittime”. Riguardo alle sanzioni amministrative qualora infrangessero i divieti di accesso ai luoghi frequentati dai minori, così risponde don Perego: “E’ l’unica proposta cui non eravamo d’accordo. Siamo riusciti però a far scrivere che ‘solo dopo il fallimento delle misure potrebbe essere utilizzata la sanzione’. Non vogliamo mettere in mano ai sindaci altri strumenti per cacciare la gente. E’ stata inserita come ‘extrema ratio’ qualora fallissero le altre azioni”. La Caritas ritiene “importante l’attenzione ai luoghi educativi. Però siamo contrari a forme di divieti che rischiano di spostare la prostituzione al chiuso, di rendere ancora più inefficaci le nostre azioni sociali e preferibili le scelte delle scorciatoie, anche da parte degli enti locali”. “Non dimentichiamo – precisa don Perego – che tante volte anche il cliente è minorenne. Quindi, prima di arrivare ai divieti, c’è bisogno di una forte azione educativa”. A suo avviso un “grosso risultato è stato quello di evitare il discorso delle ‘zone’. Sarebbe stato come ricreare dei campi. Ne abbiamo già tanti. La città invece deve affrontare un problema che è anche educativo e sociale”.

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