Italia

Omicidio stradale: Decaro (Anci), “necessario proteggere la sicurezza dei cittadini, a cominciare dagli utenti deboli”

Lo afferma il presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, commentando i dati raccolti dalle Polizie locali italiane e diffusi dall’Anci con un dossier, in occasione del quinto anniversario dell’entrata in vigore della legge sull’omicidio stradale del marzo 2016.

Stando ai dati diffusi, nel quinquennio 2016-2021 le Polizie Locali delle città capoluogo di provincia hanno rilevato 2.837 incidenti mortali, con 2.932 decessi, mentre sono stati 306.746 gli incidenti con feriti. Nello stesso periodo i pedoni deceduti sono stati 1.014, mentre 232 i ciclisti morti in incidenti stradali. Rispetto al periodo 2011-2015, nelle grandi aree urbane è sceso nettamente il numero dei sinistri mortali passando da 2.129 a 1.718.

“Sono ancora tante le vittime di incidenti, spesso provocati dalla distrazione di chi si mette alla guida, dalla scarsa consapevolezza dei rischi collegati alla propria condotta. Quei dati testimoniano – sottolinea Decaro – anche un’altra cosa: il gran lavoro che svolgono ogni giorno gli agenti delle Polizie locali, presidio fondamentale per la sicurezza delle nostre comunità”.

Le persone indagate in Italia per omicidio stradale sono state 2.455, con casi aggravati da guida alterata da ebbrezza alcolica (160) e da sostanze stupefacenti (135), mentre sono stati 183 i casi di pirateria con la fuga e l’omissione di soccorso a persone poi decedute. Si tratta di un fenomeno presente soprattutto nelle grandi città (57 episodi nella Capitale e 12 a Milano) e i motivi delle fughe sono la mancanza di copertura assicurativa o un problema con la patente, mai conseguita, sospesa o revocata.

La pirateria stradale non cala rispetto ai dati 2010-2015; mentre per quanto il reato di lesioni personali stradali, che scatta d’ufficio in caso di oltre 40 giorni di prognosi, le Polizie locali italiane hanno indagato ben 18.882 persone.