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PDL, QUOTIDIANO «AVVENIRE»: FINITA AUTOSUFFICIENZA ARROGANTE

(ASCA) – Per il quotidiano cattolico Avvenire, “la rottura del Popolo della libertà è un terremoto politico del quale è difficile per ora valutare appieno le conseguenze, che comunque saranno rilevanti, sul sistema dei partiti, sulle relazioni tra loro” ma qualche conclusione può già essere tratta: in primo luogo, “si sta disgregando il progetto di un sistema politico bipartitico, mentre si attenua anche la concezione del bipolarismo basata sull’autosufficienza, spesso esibita con una certa arroganza verbale poi smentita dai numerosi scivoloni parlamentari della maggioranza”; poi, “la maggioranza di centrodestra appare oggi esplicitamente friabile, mentre le opposizioni divergono sulla soluzione da dare a un’eventuale crisi formale del governo. Il rischio maggiore è quello di una soluzione di paralisi”. Alla rottura tra Berlusconi e Fini Avvenire dedica l’editoriale di prima pagina, firmato da Sergio Soave, che auspica che “pur nel rispetto delle funzioni attribuite dall’elettorato a maggioranza e minoranza, si può aprire una fase nella quale l’ascolto reciproco diventa la regola e non l’eccezione, seppure non per un ricupero di virtù ma in condizioni di necessità“. “In fondo – aggiunge – è quello che, già in fasi apparenetmente meno drammatiche, il Quirinale consigliava con tenacia e che la Chiesa auspicava con sincera e motivata preoccupazione. Ora questa via virtuosa appare come l’unica alternativa – che richiede umiltà e responsabilità, soprattutto a chi ha la guida dell’esecutivo – alla paralisi di un governo senza maggioranza sicura o ad avventure ribaltoniste altrettanto pericolose”. Occorre quindi, conclude Avvenire, “un clima di effettivo confronto sul merito delle scelte, che oggi nessuno può pensare di poter imporre senza una discussione e una ricerca effettiva di sintesi”.