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PENA DI MORTE, RAPPORTO AMNESTY INTERNATIONAL: LA CINA RENDA PUBBLICI I DATI

In occasione della diffusione del “Rapporto 2009” sulla pena di morte, Amnesty International sollecita le autorità di Pechino a rendere pubblici i dati sulle esecuzioni dello scorso anno. Secondo il “Rapporto” di Amnesty, “nel 2009 sono state messe a morte almeno 714 persone in 18 paesi e condannate a morte almeno 2.001 persone in 56 paesi”. I dati raccolti, afferma Amnesty, non tengono però conto “delle migliaia di esecuzioni probabilmente avvenute in Cina”, Paese “dove le informazioni sulla pena capitale rimangono un segreto di Stato”. Amnesty International ha deciso quindi di sfidare la mancanza di trasparenza delle autorità cinesi non rendendo pubblici gli scarsi dati in suo possesso, perché “le stime basate sulle informazioni disponibili forniscono un quadro fortemente sottodimensionato dell’effettivo numero di condanne eseguite ed emesse nel Paese nel 2009”. “La pena di morte è crudele e degradante – dichiara Claudio Cordone, segretario generale ad interim di Amnesty -, è un affronto alla dignità umana”. “Le autorità cinesi – aggiunge – affermano che le esecuzioni sono in diminuzione”. Ma “se questo è vero, perché non dichiarano al mondo quante persone hanno messo a morte?”. Il “Rapporto” di Amnesty International mostra che “i paesi che ancora eseguono condanne a morte costituiscono l’eccezione piuttosto che la regola”. Oltre alla Cina, “i paesi col più alto numero di esecuzioni sono risultati l’Iran (almeno 388), l’Iraq (almeno 120), l’Arabia Saudita (almeno 69) e gli Stati Uniti (52)”. Nel 2009, la pena di morte è stata utilizzata “diffusamnete per inviare messaggi politici, ridurre al silenzio oppositori o promuovere agende politiche in Cina, Iran e Sudan”. In Iran, “112 esecuzioni hanno avuto luogo nelle otto settimane d’intervallo tra le elezioni presidenziali del 12 giugno e l’inaugurazione della seconda presidenza di Mahmoud Ahmadinejad, il 5 agosto”. Il “Rapporto” di Amnesty sottolinea inoltre che la pena capitale è stata applicata “spesso al termine di processi gravemente irregolari” ed è stata usata “in modo sproporzionato contro i poveri, le minoranze e gli appartenenti a comunità etniche e religiose”. I Paesi che hanno abolito la pena di morte sono 95. In Europa, per la prima volta, “non c’è stata alcuna esecuzione”. Ma “la Bielorussia rimane l’unico paese europeo ad applicare la pena capitale”. “In tutto il continente americano – conclude Amnesty -, gli Usa sono stati l’unico paese” ad eseguire “condanne a morte”.Sir