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PROCREAZIONE: BALDUZZI, CORTE STRASBURGO PONE PROBLEMA NOTO MA ASPETTO MOTIVAZIONI

(ASCA) – La Corte di Strasburgo, sollevando il tema della coerenza tra legge 40 e legge 194, pone un problema che era «già noto» ma per capire di più occorre prima “leggere la motivazione della sentenza”. Lo ha detto Renato Balduzzi, ministro della Salute, parlando con i giornalisti a Camaldoli a margine della settimana teologica del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale). Oggi la Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge 40 nella parte che riguarda l’impossibilità per una coppia fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica di accedere alla diagnosi pre-impianto degli embrioni. “La questione – ha precisato Balduzzi – nel nostro Paese era già stata posta da giudici di merito e probabilmente in prospettiva futura sarebbe arrivata anche alla Corte”. Secondo Balduzzi, “bisogna capire quali sono i beni da tutelare: la soggettività giuridica dell’embrione è un bene da tutelare come lo è anche la salute della madre ed eventualmente altri valori e interessi”. Dunque una “riflessione” deve essere affrontata “a partire dal bilanciamento di questi principi. Bisogna aver presenti tutti i valori in gioco, tra cui la soggettività giuridica dell’embrione”, ha ribadito.