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PRODI BATTUTO AL SENATO, SI APRE LA CRISI

Con 156 sì, 161 no e 1 astenuto (il «diniano» Giuseppe Scalera) il Senato ha negato la fiducia al governo Prodi. I senatori presenti erano 319. Tre senatori (Pallaro, eletto nella circoscrizione estero e i due senatori a vita Pininfarina e Andreotti) non hanno partecipato alla votazione. L’esile maggioranza che Prodi aveva al Senato è venuta meno per il voto contrario di Domenico Fisichella, quello del trotzkista Turigliatto, dell’ex premier Lamberto Dini e dei senatori Udeur Clemente Mastella e Tommaso Barbato. Subito dopo il voto il presidente del Consiglio Romano Prodi ha presentato le dimissioni al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si è riservato di accettarle. La seduta è stata particolarmente vivace con il senatore dell’Udeur Nuccio Cusumano che è stato colto da malore dopo essere stato pesantemente attaccato dal suo collega di partito Tommaso Barbato per aver deciso di disattendere le indicazioni del partito e aver annunciato il suo sì a Prodi. Dopo l’annuncio di Marini della mancata fiducia, i senatori di An Domenico Gramazio e Nino Strano hanno aperto due bottiglie di champagne per festeggiare la caduta del Governo. Gramazio ha lancia il tappo della bottiglia sui banchi del Governo. Tutti i senatori del centrodestra battevano le mani gridando. Quelli del centrosinistra, immobili, cercavano di uscire dall’aula in silenzio. Alleanza nazionale è poi sfilata in corteo in via del Corso, capitanata da Gianni Alemanno, cantando l’inno nazionale.Adesso la scelta è nelle mani del capo dello stato che da domani inzierà le sue consultazioni, Forza Italia e An hanno chiesto con forza il voto anticipato, chiudendo la strada a governi istituzionali. Nel centrodestra solo l’Udc sembra disponibile ad un nuovo esecutivo a tempo per fare la riforma elettorale. Nel centrosinistra Pd e Prc sono per questa ipotesi, ma gli altri partiti chiedono il voto anticipato.