Italia

Patente a punti, la vittoria dei giudici di pace

Cantano vittoria i giudici di pace. «L’illegittimità di una parte delle norme sulla patente a punti – fa notare il co-presidente dell’Associazione dei giudici di pace, Gabriele Longo – fa seguito a un’altra importante pronuncia della Corte Costituzionale che, lo scorso aprile, cancellava l’obbligo di pagare una cauzione per potere impugnare le multe davanti a noi giudici di pace».

Nel 2004, su 350 mila ricorsi ai giudici di pace contro sanzioni amministrative, il 90% ha riguardato infrazioni al codice della strada: di queste – fa notare Longo – 150-200 mila riguardano multe non immediatamente contestate al proprietario dell’auto. Ora che la Corte Costituzionale ha stabilito che i punti della patente possono essere tolti solo a chi è stato identificato nel momento in cui commetteva l’infrazione, l’associazione dei giudici di pace prospetta un aumento di ricorsi: «Il cittadino onesto può avere il dubbio di non essersi trovato lui alla guida dell’auto quando è stato multato – afferma Longo – Come giudice di pace non posso di certo accettare il discorso della ‘furbata’».

Ma la prospettiva di averla vinta (almeno per quanto riguarda la decurtazione dei punti dalla patente) vale per il futuro e per le cause che sono ancora pendenti. Il proprietario dell’auto che ha già avuto una sentenza definitiva sfavorevole, oppure che ha fatto scadere i termini per l’impugnazione della contravvenzione (60 giorni da quando gli viene notificata), allora – secondo i giudici di pace – non dovrebbe avere ‘chance’.

La sentenza della Corte Costituzionale, infatti, non è retroattiva ma ha valore dal giorno della sua pubblicazione sulla gazzetta ufficiale-serie speciale della Consulta. A meno che – osserva Longo – il legislatore non intervenga con un provvedimento per sanare il passato. Oppure, se ciò non dovesse avvenire, in extrema ratio si può ipotizzare un’altra soluzione: «Se, ad esempio, mi venisse ritirata la patente perché ho totalizzato 20 punti di cui alcuni, in passato, mi sono stati tolti perché non ho comunicato il nome di chi guidava la mia auto al momento dell’infrazione, allora – sostiene il co-presidente dell’Associazione nazionale dei giudici di pace – potrei impugnare il provvedimento di restituzione patente davanti al prefetto. E così facendo potrei far notare che alcuni di questi 20 punti tolti sono la conseguenza di una decurtazione avvenuta per una norma del codice della strada che successivamente è stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale».

Generalmente – conclude Longo – l’iter del contenzioso sulle infrazioni al codice della strada è abbastanza lungo: «se si calcola che le contravvenzioni devono essere notificate entro 150 giorni dal fatto, che entro 60 giorni dalla notifica c’è tempo per presentare ricorso (al prefetto, al giudice di pace contro la decisione del prefetto e in ultima istanza in Cassazione), e che normalmente passano tre mesi per la fissazione dell’udienza, i conti sono presto fatti: dal giorno della contravvenzione all’udienza passano minimo 300 giorni”.

MA I PUNTI DETRATTI NON «TORNANO» «A seguito della dichiarazione di incostituzionalità « della norma che prevede la sottrazione dei punti della patente al proprietario del veicolo se non è identificato il responsabile dell’infrazione, «tutti i provvedimenti emanati sulla base di tale norma, i cui effetti non si siano ancora esauriti, sono da ritenersi illegittimi»: è quanto precisa l’avvocato Rocco Brienza, esperto di diritto amministrativo, interpellato sugli effetti della decisione della Consulta.

«Non vi è dubbio – aggiunge l’avvocato Brienza – che le pronunce della Corte Costituzionale abbiano efficacia retroattiva, ma con il limite dei rapporti già esauriti al momento della pubblicazione della decisione. Dunque, la questione da esaminare è quella degli effetti della pronunzia di incostituzionalità per i cosiddetti rapporti esauriti. Tali rapporti non vengono intaccati da successive pronunce di incostituzionalità, e questo vale sia per quelli che hanno trovato definitiva conclusione mediante sentenza passata in giudicato (a seguito del ricorso), sia per quelli rispetto ai quali sia decorso il termine di decadenza o prescrizione per l’esercizio di diritti ad esso relativo (mancata impugnazione del provvedimento di decurtazione dei punti)».

«Tale ragionamento – spiega ancora il legale – deriva dal principio generale della certezza dei rapporti giuridici e delle situazioni giuridiche esaurite. La sentenza di incostituzionalità non può, quindi, incidere sulla disciplina dei rapporti in precedenza inoppugnabilmente definiti, ed in particolare non può essere applicata a coloro che a suo tempo non avevano impugnato il provvedimento di decurtazione dei punti – conclude l’avvocato Brienza – dal momento che i rapporti esauriti restano disciplinati dalla disposizione normativa nel testo anteriore alla pronuncia di incostituzionalità».

PATENTE A PUNTI, NEL 2004, 386 VITTIME IN MENOLa patente a punti, secondo gli ultimi dati di polizia e carabinieri relativi al 2004 e resi noti una quindicina di giorni fa, ha ridotto il numero di vittime di poco meno del 10 per cento rispetto all’anno precedente. I morti su strade e autostrade sono stati infatti 3.735 nel 2004, contro i 4.121 del 2003, 386 vittime in meno per una diminuzione pari al 9,4%. Complessivamente, gli incidenti stradali sono stati 158.220, contro i 170.099 del 2003. Quelli mortali sono calati da 3.696 a 3.338 (-9,7%).

Buone notizie anche sul fronte feriti: se ne sono registrati 7.606 in meno (-6,4%). «Si tratta di dati incoraggianti – spiegarono alla Polstrada – che speriamo siano confermati anche nei prossimi mesi, quando saranno conteggiati anche gli incidenti rilevati dalle polizie locali. I nostri numeri indicano comunque una tendenza in linea con il calo registrato nel 2003, quando ci fu una diminuzione dei morti rispetto al 2002 pari al 10,7% (dati Istat)».

Nel corso del 2004 Polizia stradale e Carabinieri hanno impiegato 4.073.115 pattuglie (+7% circa rispetto al 2003), accertando 3.124.395 violazioni, con una decurtazione di 4.108.432 punti patente (nel 2003 i punti decurtati sono stati, a partire dal 27 ottobre, 613.644). Le patenti ritirate sono state 99.071 (+16,8%). Confermata la diminuzione delle violazioni relative all’uso del casco (62.725, -55,5% circa) e delle cinture di sicurezza (233.407,-29,7% circa), già registrata all’indomani dell’entrata in vigore della patente a punti (1 luglio 2003). I servizi con misuratori di velocità sono stati 42.424 e le violazioni accertate per superamento dei relativi limiti sono state 959.061 (+6,8%).

All’aumento dei controlli sulle condizioni psico-fisiche dei conducenti con etilometri e strumenti precursori (148.118 conducenti controllati nel 2004, +24% circa ) è corrisposto l’aumento delle violazioni accertate per guida in stato di ebbrezza alcolica (39.641, +17,4%). Le violazioni accertate per guida sotto influenza di sostanze stupefacenti sono state invece 4.621. Per quanto riguarda gli incidenti in autostrada, dove la Polizia stradale opera in via esclusiva in ragione delle convenzioni con le società concessionarie, si registra un risultato più favorevole: gli incidenti mortali sono infatti passati da 532 nel 2003 a 468 nel 2004, con una diminuzione del 12%, mentre le vittime sono passate da 620 a 558 (-10%).

CONSULTA: PATENTE A PUNTI, NORMA IN PARTE ILLEGITTIMA