Italia

Pedopornografia, quella legge non va

“C’è il rischio che la pedopornografia, cacciata dalla porta dal disegno di legge all’esame del Parlamento, rientri dalla finestra a causa di alcune norme previste per i casi di non punibilità”. È l’allarme lanciato da Franco Mugerli, presidente del COPERCOM , il coordinamento per la comunicazione che riunisce 23 associazioni cattoliche con oltre due milioni di iscritti, che esprime viva preoccupazione per alcuni passaggi del ddl in materia di pedopornografia approvato lo scorso 15 giugno dalla Camera e attualmente all’esame del Senato.

Il testo, intitolato “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet”, rispetto a quello originario del governo presenta alcuni aspetti problematici che, se confermati dal proseguimento dell’esame parlamentare, potrebbero rendere in parte vani i tentativi diretti a contrastare lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia. Sulla stessa linea del Copercom, Luisa Santolini, presidente del FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI, che chiede di correggere i “peggioramenti” introdotti alla Camera e tornare al “testo proposto dal governo”, giudicato “nel complesso positivo”.

CASI INACCETTABILI. L’aspetto che desta maggiore preoccupazione è rappresentato dalla seconda parte dell’art. 4, relativo ai “casi di non punibilità”: se, infatti, il ddl governativo originario – in sintonia con l’atteggiamento che ha ispirato la decisione quadro del Consiglio dell’Unione europea del 22 dicembre 2003, relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile – aveva fatto un uso parziale della facoltà di prevedere alcune esclusioni della responsabilità penale per le condotte connesse alla pornografia infantile, l’iter parlamentare conclusosi alla Camera dei deputati ha esteso l’impunibilità anche ai maggiorenni che producono materiale pornografico che rappresenta un minore che abbia raggiunto l’età del consenso sessuale, ovvero i 14 anni. Nel ddl governativo originario era previsto invece che, nell’ambito dei soli rapporti tra minorenni, la produzione del materiale pornografico non fosse punibile qualora lo stesso fosse prodotto e detenuto da un minore di anni diciotto e il materiale medesimo ritraesse o rappresentasse un minore che avesse raggiunto l’età del consenso sessuale e fosse rimasto nella esclusiva disponibilità dei soggetti minori rappresentati. Inoltre, nel testo di legge approvato alla Camera non è punibile il minorenne che produce o detiene materiale pornografico quando il materiale rappresenta un minore che ha compiuto gli anni tredici, se la differenza d’età tra i soggetti non è superiore a tre anni.

LA DIGNITÀ DEL MINORE. “Se queste norme venissero confermate – osserva Mugerli – non sarebbe punibile il pedofilo adulto quando produce materiale pornografico che rappresenta un minore quattordicenne, se tale materiale viene realizzato con il consenso del minore e se rimane nell’esclusiva disponibilità dello stesso”. Per il presidente Copercom, viceversa, “non deve passare la volontà di rendere in qualche modo impunibile l’adulto quando produce materiale pedopornografico coinvolgendo un minore”, e pertanto occorre reintrodurre “il testo originario del governo, modificato dal voto della Camera, diretto a tutelare i minori senza concedere alcuna deroga ai pedofili adulti”.

“A fronte della distruttività di un fenomeno come la pedopornografia – conclude Mugerli – risulta incomprensibile e preoccupante che il Ministro per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo in Commissione abbia giudicato “eccessive” le critiche di Ettore Bucciero, presidente e relatore della Commissione speciale in materia di infanzia e minori, che aveva parlato di introduzione di “pericolosissime cause di non punibilità”.Nulla è “eccessivo” quando si tratta di difendere la dignità di ogni persona e, in particolare, quella del minore”.

CORREGGERE I PEGGIORAMENTI. Per Luisa Santolini, “il dibattito al Senato è l’occasione per correggere i peggioramenti introdotti dai deputati al testo proposto dal governo che è nel complesso positivo. È incomprensibile – commenta – come su una materia che dovrebbe suscitare l’impegno unanime di tutti, qualcuno abbia potuto avere dei cedimenti di questa portata e sia arrivato anche solo a ipotizzare un allargamento delle fasce di non punibilità. Ed è ancora più incomprensibile che a sostenere queste modifiche sia stato il ministro Prestigiacomo, donna, madre e per giunta ministro che, in quanto tale, aveva condiviso la proposta del governo”.

Le famiglie, in particolare, chiedono al Senato di “riportare il testo dell’art.4 alla versione più restrittiva offrendo così la tutela massima ai minori e dando attuazione alla recentissima risoluzione del Parlamento europeo”.

L’auspicio del Forum è, infine, che “possa essere introdotto nella normativa, sia pure nella prossima legislatura, il ruolo della prevenzione e del controllo a livello scolastico”.