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Pensioni, arriva il «bonus». Ecco come fare

di Ennio CicaliBonus sì, bonus no? Un interrogativo per i lavoratori dipendenti che hanno già maturato il diritto alla pensione di anzianità (57 anni di età e 35 di contributi o 38 di contributi indipendentemente dall’età). Da oggi hanno la facoltà chiedere che il 32,7 della retribuzione entri esentasse nella busta paga, anziché essere versato all’Inps. In questo caso lo stipendio potrebbe salire anche del 50 per cento in virtù del famoso bonus. Ovviamente, la pensione si ferma al momento in cui si è fatta la richiesta. Per chi ha maturato il diritto alla pensione fra il primo luglio e il 30 settembre, la possibilità di accedere al bonus scatta dal primo gennaio 2005.

È il primo atto della riforma della previdenza entrata in vigore il 6 ottobre. Secondo l’Inps il bonus dovrebbe interessare circa 40 mila lavoratori. L’istituto invierà una lettera ai lavoratori interessati informandoli della possibilità. Per maggiori informazioni è disponibile anche il numero verde 800901080 dello stesso Inps. In questi giorni, inoltre, partirà anche una serie di spot televisivi. I lavoratori che sceglieranno di usufruire del bonus dovranno compilare un modulo da ritirare alle sedi Inps o scaricare dal sito www.inps.it, da consegnare poi agli uffici dello stesso Inps o alla propria azienda. Sarà il datore di lavoro a adeguare la busta paga del proprio dipendente, dopo che l’ente di previdenza avrà certificato il diritto del lavoratore a usufruire del bonus.

Le prime retribuzioni «arricchite» dall’incentivo dovrebbero arrivare a novembre con gli arretrati di ottobre, per chi ha maturato il diritto alla pensione di anzianità entro il 30 giugno scorso e, ovviamente, ha chiesto di usufruire della possibilità. La scelta del bonus è irrevocabile. Chi lo ha scelto non potrà rinunciare e tornare a versare i contributi all’Inps. Resta invece intatta la facoltà del lavoratore di andare in pensione in ogni momento, ovviamente in base ai requisiti maturati al giorno della domanda. La possibilità di accedere al bonus è riservata ai lavoratori del settore privato. Ne sono esclusi i dipendenti pubblici: statali, enti locali, Asl, enti pubblici non economici. Dal 2008 cambia tutto. Per ottenere la pensione di anzianità occorreranno 40 anni di contributi indipendentemente dall’età, oppure con un minimo di 35 anni di versamenti Inps e almeno 60 anni di età (la cosiddetta quota 95) sia per gli uomini sia per le donne. La quota salirà a 96 – 61 anni di età e 35 di contributi – dal 2010 al 2013, solo per gli uomini, e a 97 – 35 anni di contributi e 62 anni di contributi – dal 2014, sempre e solo per gli uomini. Nessuna novità, almeno per ora, per il calcolo della pensione che rimarrà di tipo contributivo. Il meccanismo è abbastanza semplice: il lavoratore, con il concorso della ditta, accantona ogni anno il 33 per cento della propria retribuzione (per artigiani, commercianti e co.co.co. l’accantonamento è ridotto al 20 per cento). Il conto contributivo è rivalutato ogni anno secondo l’andamento quinquennale del Pil. Al momento della pensione, alla somma rivalutata dei versamenti effettuati si applica un coefficiente che cresce con l’età (sembra che presto sarà ribassato). Novità anche per le liquidazioni. Oggi le somme per il trattamento di fine rapporto – il tanto citato Tfr – restano nelle mani dell’azienda. In futuro, le somme accantonate saranno raccolte nei fondi pensione per migliorare il trattamento pensionistico, salva una diversa esplicita volontà del lavoratore (da manifestare entro sei mesi dalla data di emanazione del decreto di attuazione). Per i lavoratori attualmente occupati al fondo andrà solo la quota accantonata dopo la riforma.

Meccanismo totalmente diverso per chi non è ancora occupato. Dal momento in cui comincerà a lavorare si troverà con tutto il Tfr nell’integrativa (salvo diversa scelta). Con il nuovo sistema tutti i dipendenti saranno iscritti nell’integrativa. È loro facoltà fare una scelta: aderire o no ai fondi. Chi preferirà la prima possibilità sarà facilitato dalla regola del silenzio assenso: tacendo, il Tfr sarà automaticamente devoluto ai fondi pensione.

La schedaSormai in fase attuativa la riforma delle pensioni approvata il 28 luglio scorso. La maggior parte delle novità introdotte dalla riforma saranno però operative dal 2008. Ecco le principali novità. Pensione di anzianità• Fino al 2007 resteranno in vigore le norme attualmente in vigore.

• Dal 2008 i lavoratori dipendenti potranno andare in pensione con 35 anni di contributi e 60 anni di età; i lavoratori autonomi con 35 di contributi e 61 di età. Per tutti è prevista la possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi a prescindere dall’età.

• Dal 2010 i requisiti diventeranno 35 + 61 per i lavoratori dipendenti e 35 + 62 per quelli autonomi (oppure 40 anni di contributi).

• Dal 2014, oltre ai 35 anni di contributi, serviranno 62 anni di età per i dipendenti e 63 per gli autonomi (oppure 40 anni di contributi).

• Le donne avranno la possibilità di andare in pensione, anche dopo il 2008, con i requisiti previsti dalla normativa attualmente in vigore (35 + 57), ma la pensione sarà interamente calcolata con il sistema contributivo. • Dal 2008 le finestre di uscita saranno ridotte da quattro a due (1° gennaio e 1° luglio). Pensione di vecchiaia• Per le pensioni liquidate con il sistema retributivo non cambia nulla

• Dal 2008 per le pensioni liquidate esclusivamente con il sistema contributivo l’età pensionabile sarà elevata da 57 a 65 anni di età per gli uomini e 60 per le donne (in alternativa si potrà andare in pensione con il solo requisito contributivo di 40 anni).

Incentivo per il posticipo• Fino al 2007 i dipendenti del settore privato, in possesso dei requisiti per la pensione di anzianità previsti dalla normativa attualmente in vigore, potranno rinviare il pensionamento usufruendo di un bonus esentasse pari al 32,7% della retribuzione lorda. Questa parte della riforma entra in vigore da subito.

• Chi sceglierà di restare al lavoro otterrà un aumento in busta paga pari alla contribuzione previdenziale: il 32,7% dello stipendio lordo per quasi tutti i lavoratori (l’incremento sale al 33,7% sulla fascia di retribuzione annua che eccede i 37.883 euro).

L’Istituto nazionale per la previdenza sociale

Quando la vita comincia a 60 anni

Pensionati in Toscana (mostra la tabella)